La voce circola già da qualche tempo: Zara – la catena nata nel 1975 a La Coruna da un’idea del geniale imprenditore Amancio Ortega, vorrebbe aprire a Como. E’ stata presa in esame l’ex drogheria Cucchi, ma si è rivelata troppo piccola: hanno bisogno di mille metri quadri. Per meno, non si muovono. Già, perché sicuramente pensano al mercato del comasco, ma anche quello della vicina Svizzera: un bacino d’utenza appetibile e che contribuirebbe ad ampliare ulteriormente questo impero dell’abbigliamento, che conta ormai più di 1500 punti vendita dislocati in 71 paesi del mondo.A loro la crisi non interessa, da loro la crisi non si sente: basta entrare un giorno qualsiasi in uno dei due negozi Zara a Milano e vedere la coda alle casse per capire che, in quei negozi, non c’è carenza d’affari. Tratto da L’ORDINE del 24/04/2009
A loro la crisi non interessa, da loro la crisi non si sente: basta entrare un giorno qualsiasi in uno dei due negozi Zara a Milano e vedere la coda alle casse per capire che, in quei negozi, non c’è carenza d’affari. Anzi, forse le clienti sono aumentate, perlomeno quelle che appartengono alla classe media che ha deciso per il momento di rinunciare alle firme. Anche perché, diciamolo, i modelli di Zara non sono niente male e hanno un ottimo rapporto qualità prezzo. Ma quali sono le ragioni del successo di questo brand, che nel 2005 è entrato nella lista delle maggiori cento marche al mondo e ha visto, nel 2006 il fatturato dell’azienda nel resto d’Europa superare quello dell’azienda spagnola? Certamente il suo modello di marketing presenta delle caratteristiche fortemente innovative. Anzitutto, i tempi contenuti entro i quali vengono disegnati i nuovi prodotti. Inoltre, il fatto che la maggior parte della produzione avviene in Spagna, un terzo in altri paesi europei ed una piccola parte in Asia, accorcia il tempo di consegna delle collezioni nei negozi. Le due strategie appena citate permettono all’azienda di lanciare e distribuire un nuovo prodotto nei punti vendita in solo due settimane, consegnando più di 10.000 capi d’abbigliamento all’anno e rinnovando completamente ogni mese le collezioni di ogni punto vendita, tanto da non considerarle più stagionali, ma puntando su tante mini collezioni. L’estrema velocità di rinnovo dei prodotti nei negozi permette da un lato un forte risparmio sulla pubblicità e quindi di vendere i propri prodotti a prezzi davvero concorrenziali, dall’altro esercita un importante effetto psicologico sul cliente, che è spinto ad acquistare istintivamente un capo d’abbigliamento che il giorno successivo potrebbe non esserci più. Importante la dimensione dei negozi; ampie superfici di vendita, organizzate in modo da scegliere facilmente i capi secondo le taglie ed i colori, con i prezzi ben in evidenza e numerose commesse che aiutano i clienti negli acquisti. Le mini collezioni prodotte sono fondamentalmente le stesse per i negozi europei, variano invece per quelli degli Stati Uniti, per meglio rispondere ai gusti della middle class americana. Tuttavia ci sono delle differenze anche tra i capi d’abbigliamento proposti in Italia, e quelli offerti in Spagna, differenze che dicono molto sul modo di vestirsi della donna nei due paesi. Nel più grande punto vendita di Zara a Madrid le collezioni di questi mesi primaverili offrono camicie ampie e morbide o dalle forme aderenti alla figura , in garza di cotone, lino o anche in tessuti sintetici, a maniche corte o lunghe, hanno stampe “batik”, foglie , fiori, motivi geometrici di gusto orientale e possono essere indossate da sole, come prendisole estivi, oppure su gonne o pantaloni. Abiti leggeri, in voile di seta , stampati a fiori, in varie fantasie o in tinta unita; i colori sono squillanti, blu elettrico, verde mela, rosso scarlatto e li impreziosiscono rifiniture come pizzi e tulle , nastri ed arricciature. Audaci gli abbinamenti con sandali dalla suola alta e il tacco a spillo stringati alla caviglia, nelle tinte cuoio , rosso , blu elettrico, di pelle lucida o scamosciata, con scarpe di tessuto o di pelle argentata. Nel reparto “Trafaluc”, dedicato alle più giovani, i jeans in tessuto lavato e sfilacciato si abbinano a camiciole di fibra sintetica lucida dalle fantasie a tinte quasi fluorescenti: fucsia, arancione, viola, giallo… minigonne e pantaloncini dalle fantasie sgargianti, sembrano copiate dalle tavolozze dei pittori. Alcuni di questi capi sembrano essere creati apposta per la donna spagnola che, giovane o in età matura, ama vestirsi in modo tale da non passare inosservata e privilegia i colori vivaci, come vivace e solare è il suo paese.