La persona che mi ha scritto queste parole così sincere, intense, commoventi e che ha saputo leggere in modo così profondo le mie poesie vuole rimanere anonima e rispetto il suo volere pubblicando solo il suo nome. A volte lomonimia assume significati insondabili.
Cara Laura,
finalmente mi accingo a scriverti. Come ti ho accennato,non mi basta leggere la poesia
una sola volta :devo lasciarla sedimentare dentro di me.
Non sono un critico letterario e, trovare le parole non mi è facile,
soprattutto dopo i commenti illuminanti di Gilberto Isella e,la presentazione appassionante,
che ha tenuto Gian Italo Bischi.
I tuoi versi chiari,aerei e profondi riguardanti le figure di questi grandi matematici,
hanno toccato corde invisibili dentro di me,lasciandomi all’inizio spaesata e,
conducendomi poi,verso un ascolto sempre più attento.
Credevo di vagare nell’Infinito ,camminare in un territorio arido e rarefatto e,mi sono ritrovata vicino al cuore.
Ho conosciuto l’ineffabile tenerezza,il pudore e la delicata trama delle tue parole,
tessuta attorno a queste storie. Il tuo sguardo attento e indagatore che non sa ferire,
ma non trascura nulla,perchè amare è questo avvolgere,accogliere,dare spazio alle vite altrui.
Uno sguardo che rinnova,ricrea,dona nuova vita ,salvando queste esistenze,
dal fitto buio dell’oblio. Mi sono fermata sui tuoi versi:
“Hai pianto davanti ai tuoi studenti
la morte dell’amico”
e,ancora..
“Tua moglie non ti scriveva più”
“Il delirio dei numeri era l’abisso della libertà”
Questo dare del “tu”,questo dialogo familiare, cancellando tempo e spazio,
con questi giganti così soli,questi poeti muti,come lo sono i matematici,mi ha fatto
addentrare nella tua poesia in punta di piedi. Credevo d’imparare a risolvere enigmi e,
mi sono ritrovata con l’anima turbata,densa di emozioni,ma appagata.
In punta di piedi mi accomiato da te,pensando che la poesia è proprio questo:
far precipitare le Stelle ,nei cuori altrui,illuminandoli.
Un grande abbraccio e a presto.
Laura