Il 5 dicembre, all’Università di Torino, con i Professori Giancarlo Depretis e Antonio Fournier e l’editore Michelangelo Camelliti, abbiamo presentato l’antologia Musica del Tempo (Lietocolle 2015) che raccoglie poesie del poeta contemporaneo Gastao Cruz. Ecco la poesfazione da me scritta all’antologia.
Gastão Cruz
Gastão Cruz è una delle voci più significative della
poesia portoghese contemporanea. Nato a Faro, in Algarve, nel 1941, laureato in
filologia germanica, traduttore di vari autori, da Cocteau a Jude Stéfan a
classici della poesia inglese (Shakespeare, Blake, Keats, e Byron), è stato uno
dei fondatori e animatori del gruppo Poesia 61 e il suo contributo è stato
determinante per il rinnovamento del linguaggio poetico a partire dagli anni
Sessanta in Portogallo. La sua raccolta d’esordio, A Morte Percutiva (La Morte Percussiva),
fu pubblicata nel volume che prese lo stesso nome del gruppo e che raccoglieva
anche le poesie di altri giovani poeti che ne facevano parte: Casimiro
de Brito, Fiama Hasse Pais Brandão,Luiza
Neto JorgeeMaria Teresa Horta. Sin dal periodo in cui era studente
presso la Facoltà di Lettere dell’Università Classica di Lisbona, è stata costante
la sua collaborazione con quotidiani e riviste letterarie. In particolare gli
articoli pubblicati su varie riviste durante gli anni 70 sono stati riuniti nel
volume A Poesia Portuguesa Hoje (La poesia portoghese oggi), pubblicata
nel 1973 successivamente rivista e ampliata nel 1999, e ripubblicata ancora nel
2008 con il nuovo di titolo di A Vida da
Poesia (La vita della poesia),
un’opera fondamentale per capire i nuovi orientamenti della poesia portoghese nel
secondo novecento e oltre. Si è occupato anche di teatro, da studente come membro
del Gruppo Teatro de Letras (Teatro delle Lettere) e in seguito fondando nei
primi anni ‘70 il Gruppo Teatro Hoje, portando sulla scena opere di vari
autori, da Camus a Čecov a Strindberg a Crommelynck, traducendo in portoghese
varie opere drammatiche e occupandosi anche di critica teatrale. Negli anni 80 è
stato lettore di Portoghese al King’s College di Londra, dove ha tenuto lezioni
di lingua portoghese e anche di poesia e teatro. I suoi libri di poesia sono
stati insigniti di numerosi e importanti premi, tra cui il Premio PEN Club per
la Poesia nel 1985, il Premio D. Dinis assegnato dalla Fondazione Casa de
Mateus. Nel 2002 con il suo libro Rua de
Portugal ha ricevuto il Grande Prémio de Poesia dall’Associazione
Portoghese degli scrittori e nel 2005 con la raccolta Repercussão, ha vinto il Grande Prémio de Literatura dst. Ha
inoltre vinto nel 2015 il premio Casa da América Latina/Grupo Lena per la
traduzione dell’opera Troco a Minha Vida
por Candeeiros Velhos del poeta colombiano Léon de Greiff.
In poesia ha pubblicato A Morte Percutiva, in Poesia 61 (1961), Hematoma(1961), A Doença(1963), Outro Nome (1965), Escassez (1967), As Aves(1969), Teoria da Fala(1972), Os Nomes (1974), Campânula(1978), Poesia 1961-1981 (1983), O Pianista (1984), Órgão de Luzes(1990), As Leis do Caos(1990), Transe(1992), As Pedras Negras(1995), Poemas Reunidos(1999), Crateras(2000), Rua de Portugal(2002), Repercussão(2004), A Moeda do Tempo(2006), Os Poemas 1960-2006 (2009), Escarpas(2010), Observação do Verão(2011), Fogo (2013) e Óxido
(2015).
Emozione
L’antologia Musica del
tempo raccoglie un’accurata e ragionata selezione di poesie dalle varie
raccolte di Gastão Cruz, curata da António Fournier e tradotta da Giancarlo Depretis. Questo
importante volume offre per prima volta al lettore italiano la possibilità di
conoscere l’opera dell’autore in tutta la sua ampiezza e complessità, seguendo
il suo percorso poetico dalla prima raccolta all’ultima da lui pubblicata. Se,
come ha scritto Antonio Porta, “scrivere poesie è un’arte molto difficile
perché è condizionata dalla storia della poesia che un poeta deve superare, se
vuol dire e fare cose nuove”, questa affermazione mi pare possa essere più che
mai vera per la poesia di Gastão Cruz. Il poeta ha infatti ben presente, come
evidenzia Giulia Lanciani nell’antologia di poeti portoghesi contemporanei Inchiostro nero che danza sulla carta (Mondadori,
2002), la tradizione della poesia manierista portoghese del XVI secolo, in
particolare Sá de Miranda e Camões e
anche la poesia inglese, Blake e in particolare i poeti del romanticismo,
Keats, Byron, oltre all’influenza dei simbolisti francesi, in particolare
Baudelaire, Mallarmé e di Valéry. Ma rimane nei versi solo l’eco, il suono di
queste voci che Gastão Cruz fa proprie e rielabora nel suo linguaggio poetico,
asciugando, sottraendo, scarnificando, comprimendo per restituire, nel tempo
presente, intensità e valore alla parola. Ecco allora che vengono annullati
nessi e regole sintattiche e il poeta ricorre a figure retoriche quali
l’iperbato e l’ellissi, le parole vengono accostate per produrre quella
“esitazione prolungata tra suono e senso” che per Valéry è la poesia. La parola poetica è tale da essere
unica e insostituibile, “arresta, per così dire, lo sfuggire del tempo” come
scrive Hans Georg Gadamer in L’attualità del bello (Marietti, 2000) e “dischiude l’accesso
universale al mondo e in questo accesso linguistico al mondo emergono forme
straordinarie dell’esperienza umana”. Musica
del tempo racchiude già nel titolo una dichiarazione di poetica che mi pare
possa richiamare in parte ciòche la poesia è per Valéry e Gadamer. Compito del poeta, per Gastão Cruz, è infatti
quello di “creare emozioni con le
parole”, come la musica, e che “esiste
un modo romantico atemporale di percepire il mondo”. Sentire e pensare, secondo
le teorie psicoanalitiche di Matte Blanco, sono i poli entro i quali oscilla la
vita umana, condizioni essenziali della vita stessa. Entra in gioco il concetto
heideggeriano di “poetare pensante”, di coappartenenza di pensiero e poesia: i
poeti sono i custodi del linguaggio, dimora dell’essere nella quale abita
l’uomo. Le parole del linguaggio comune non potranno mai esaurire e nominare
totalmente le mille sfumature dei sentimenti umani, la complessità del nostro
sentire. è solo grazie alle “parole giuste”, scrive l’autore, quelle della
poesia, che il poeta trasmette agli altri emozioni, attraverso la propria
percezione del mondo. Non “emozione pensante” ma “pensiero emozionato”: questo
è il senso della poesia.
Vari sono temi che
ricorrono nella poesia di Gastão Cruz, percorsa da
una continua tensione dialettica tra Eros e
Thanatos, desiderio pulsante di vita che
si accompagna alla consapevolezza dell’inesorabilità della morte; l’amore espresso
nella fisicità e sensualità dei corpi
che quasi ossessivamente torna nei versi del poeta, corpi che spesso sono, per sineddoche, fissati solo nelle loro parti, capelli, torsi, busti, braccia, scapole, cosce, gambe; il sangue come
metafora di vita e di morte; il sentimento del dolore, la consapevolezza della
precarietà di tutto ciòche appartiene alla vita; il tema della memoria legato
in modo indissolubile alla poesia, che con le sue parole fa rinascere, riporta
alla luce le esperienze vissute, restituendo nella parola poetica senso e vita
a luoghi, persone, cose che appartenevano al passato, trasponendo i ricordi nel
limen tra realtà e sogno e sgranandoli nei contorni sfumati della nostalgia; la
dimensione storica e il senso di appartenenza ad un Paese con una sua forte identità
culturale, l’oppressione, sia pur mai dichiarata, legata al periodo della dittatura;
l’attesa di una possibile speranza, perché “dopotutto è ancora
possibile/credere un po’ al senso/di parole ambigue come vita”. E tutti questi
temi, così vivi e pulsanti, espressi con una potenza visionaria che esplode di
parola in parola, verso dopo verso, sono compenetrati dalla bellezza aspra e
abbagliante del paesaggio del Portogallo, un paesaggio straniato che si rivela
al lettore attraverso la parola-emozione: l’oceano-mare che si perde
all’infinito, il ritmo delle stagioni, con le estati dilatate nella luce delle
spiagge arse dal sole dell’Algarve, le primavere, metafora di giovinezza, della
campagna verde dove lo sguardo si perde tra i colori dei limoneti e degli
aranceti, l’autunno che esalta il fascino discreto di Lisbona. I luoghi dell’infanzia,
il senso di una vita “inclinata, incontrollabile, sconosciuta” che si riflette
nella atemporale fissità della città natale, Faro, nelle sue “vie quasi spente,
spiazzi polverulenti, muraglia, mercato, chiese”.
Musica del tempo narra il percorso di una vita che nella potenza della poesia diventa
percorso di ogni vita. è un libro da
leggere e rileggere con attenzione, perché ogni volta crea nuove emozioni, suggerisce
molteplici spunti di riflessione, perché, come scrive il poeta “Entrare nel
poema è abitare la casa/ bere il vapore d’acqua che irrora/ il deserto della
casa inabitabile”.
Laura Garavaglia