Grazie al poeta, scrittore e critico letterario Nicolae Dabija per questa puntuale e profonda recensione ad una scelta di mie poesie.
Riporto la traduzione e l’immagine dell’articolo.
La poesia e l’altro
Ami le poesie scritte dagli altri quando queste potrebbero essere state scritte anche da te. Credo che così puoi riconoscerti negli altri e ti puoi riconoscere negli altri attraverso quello che sei tu. Dipende dalla consapevolezza che il tuo io, come una parola pronunciata in montagna, può dare vita all’eco.
Quando ho letto per la prima volta le poesie di Laura Garavaglia ho avuto l’impressione di riconoscerle.
Poesie di uomini e natura, pace e guerra, amore e parola, di cui mi sarebbe piaciuto scrivere in un contesto opportuno.
“A volte le parole sono occhi
guardano obliquo il mondo
scavano nel profondo
prospettive diverse.
A volte invece le parole
Si fermano nell’aria
E non raggiungono gli angoli della vita.
E i versi sono polvere
In un raggio di luce”.
(Poesia)
Per lei la poesia ha una missione: quella di risuscitare le anime. Anime addormentate, morte, insensibili alla poesia, alla bellezza, alla bontà.
L’anima pensa e il cervello sente.
L’anima diviene palpabile e, a volte, si riempie di bolle.
Come per Arghezi, che affermava: la mia anima è malata di raggi.
E allora vengono le parole, sedute in uno sciame di poesia, a curare.
A purificare.
A rendere l’uomo più buono, più bello, più generoso.
La poetessa si rivolge a un interlocutore che è una sua ipostasi, un confidente, un testimone, un lettore.
Nella poesia di Laura Garavaglia il mare lotta con le onde, il silenzio con le parole:
“Eri il Rimbaud dei numeri
ma il delirio del genio
è febbre che consuma.
Non ama l’idiozia dell regole”.
(da: La teoria del gruppi – Evariste Galoise)
Nella poesia di Laura Garavaglia il mare lotta con le onde, il silenzio con le parole e le domande con le risposte.
Lei rifugge la metafora come deviazione dal discorso naturale.
I ricordi (memoria) per la poetessa sono finzioni che difendono il suo segreto:
“La memoria, amico
è fluido inganno
spacca il ghiaccio nel secchio”.
( da La memoria”)
I ricordi le garantiscono un visto per la stabilità nel tempo.
La poetessa parla con la poesia di poesia e con nessuno di nessuno.
“Scrivevi l’armonia della natura
su fogli fitti di formule, di simboli”.
(da “La funzione zeta – Bernard Riemann)
La natura è il quadro in cui si svolge lo spettacolo dell’esistenza, dove l’uomo cerca la “formula della bellezza”.
Scrivere poesia – ci suggerisce questo rinnovamento della poesia – non significa ordinare diversamente le parole, bensì vivere diversamente quello che vuoi dire con l’aiuto di quelle parole che usi quotidianamente al mercato, in strada, sui mezzi pubblici.
Diverso è il biglietto da visita di questa poetessa, una delle più importanti al giorno d’oggi in Italia.
Le parole – lascia intendere Laura Garavaglia – ti possono aiutare, ma loro non potranno mai parlare al posto dei tuoi sentimenti, affari o problemi. Perché la poesia è in noi, in ognuno di noi, poeti e lettori.
Se non hai la poesia nel tuo cuore, non cercarla al di fuori, perché potresti non trovarla mai.
Nicolae Dabija