Pubblichiamo la recensione del libro e l’intervista a Laura Garavaglia pubblicate su “Fare Voci. Giornale di scrittura” on line sul sito della Biblioteca Nazionale Isontina di Gorizia
“La simmetria del gheriglio” di Laura
Garavaglia
di Giovanni Fierro
E’ bello è piacevole quando si trova un libro che, lettura dopo lettura, si
svela sempre di più, offrendo in modo sempre più ampio la ricchezza dei propri
contenuti, del proprio respiro.
Ed è importante, perché dice e mostra al lettore di essere di fronte ad un
autore di livello, che ha molto da raccontare, la cui scrittura è in movimento
ed è capace di avere una tessitura vitale, in ciòche racconta.
La raccolta “La simmetria del gheriglio” appartiene a questa rara categoria, come
la sua autrice Laura Garavaglia appartiene a quel minuto gruppo di scrittori e
poeti che raccontano veramente la vita, nella vita.
Questa è una raccolta di poesie che, divisa un quattro sezioni, vive in due
momenti.
Il primo, dall’apertura orizzontale, dove si puòriconoscere un paesaggio
nutrito dalle esperienze della Garavaglia, dalla natura e da altre importanti
presenze umane. Il secondo invece si muove con tono verticale, dove i due
estremi che contengono il tutto, e che ne tracciano la mappa, sono le stelle e
l’infinitesimamente piccolo.
Tanti i passaggi importanti che impreziosiscono la raccolta. “Raccolgo il mozzicone
del giorno/ scarnifico parole fino all’osso,/ succhio il midollo finché posso”, spiega anche come una propria
intenzione di poetica; a cui la Garavaglia aggiunge che “La vita inizia dove il
sogno muore”, e tutto prende anche
una direzione di responsabilità. Dove guardare, chi guardare, come guardare.
Perché c’ sempre un avvertimento nel vivere, come nello scrivere, quando ti
succede che “hai incontrato il male della fiaba”.
In queste pagine e all’interno di altre poesie si trovano anche altri passaggi,
che hanno la forza di veri a propri haiku. Poesie nella poesia. Un componimento
nel componimento.
“La
mela matura marcisce./ Ma l’atomo resta, ritorna/ il silenzio del cosmo”; un suggerimento che Laura Garavaglia ci
indica, per metterci al centro di questa trasformazione, unici testimoni
dell’accadere, tanto naturale che umano. Ma sempre in ascolto, per poter essere
partecipi ed anche complici di un qualcosa che con coraggio possiamo chiamare
vita.
“La
simmetria del gheriglio” è
un invito, allo stare al mondo, al muovere curiosità e partecipazione, a essere
coinvolti e mai lontani.
Tanto nello stringere la mano ad una persona nel quotidiano, quanto
nell’indovinare una possibile costellazione in cielo.
L’intervista
Scrivere
poesia, per te cosa significa?
Scrivere poesia è “rispondere a una provocazione dell’esistenza”, citando una
illuminante definizione di Vittorio Sereni. è così anche per me: puòcolpirmi
un fatto apparentemente privo di significato, un ricordo, una sensazione,
un’emozione che in un certo momento della vita tocca le corde più intime della
mia sensibilità. Questa provocazione dell’esistenza mi chiede di rispondere per
via poetica, senza voler dimostrare, ma semmai mostrare parziali verità.
La
parola scientifica in questo lavoro è molto presente, come mai?
In un certo periodo della mia vita ho avvertito la necessità di interessarmi,
anche se solo leggendo riviste e testi divulgativi, alla scienza, in
particolare alle cosiddette “scienze dure”, la fisica e la matematica.
Sono attratta dalla fisica quantistica e dalla cosmologia, dai misteri
dell’infinitamente piccolo di cui tutta la materia è composta, e quindi anche
noi, che elude il principio di causalità, dalle teorie sui multiversi, universi
possibili con dimensioni diverse dal nostro.
Che distanza c’è, se
c’è, tra l’esperienza del vivere e quella dello scrivere?
Non credo ci sia distanza tra vita e scrittura: sono d’accordo con Giancarlo
Majorino quando afferma che per il poeta, lo scrittore, si dovrebbe coniare il
verbo viverescrivere: è il vissuto che alimenta la creatività di chi scrive.
Cosa
significa avere fiducia nelle parole?
La poesia è indispensabile per restituire valore alla parola, che è stata
svilita e depotenziata in una società dove è l’immagine a dominare. Non si ha
più tempo di fermarsi e guardare sotto la mera apparenza delle cose, andare in
profondità, tutto deve essere, letto, visto, comunicato e consumato rapidamente
e rapidamente, quindi, dimenticato. è il trionfo della superficialità.
Non c’è più spazio per la fantasia, l’immaginazione, la riflessione stimolate
dalla lettura. Tutto arriva già “preconfezionato”, così la mente non deve fare
molti sforzi e di conseguenza si atrofizza. Compito del poeta è allora quello,
attraverso la parola, di “insinuare dubbi salutari” e “segnalare terreni
scivolosi”.
Trovare
la propria voce, con lo scrivere, che avventura e che lavoro è?
è un continuo lavoro su se stessi ed un’avventura, come ben metti in evidenza,
nel senso che sai quando parti ma non sai poi quando arrivi e dove finisci. è
comunque una voce che cambia, come cambiamo noi nel tempo: credo che anche nel
fare poesia sia doveroso non accontentarsi mai, fare un lavoro sul linguaggio
di costante revisione: tagliare, levigare, limare, modellare.
Un poeta non dovrebbe mai fermarsi e avere il coraggio di esplorare sempre
nuove forme di linguaggio.
I
testi
Da “La simmetria del gheriglio”
E’ tempo di scavare nella terra
togliere sassi, piantare radici.
Poi verranno i frutti.
Raccogliere le schegge sotto il tavolo
entrare nella vasca di ogni giorno,
emolliente torpore per lavarsi il cuore.
Dire esperienza, oggi, e non più vita
astratto sostantivo singolare,
scommessa inutile, illusoria partita.
Mi dici “Non c’è mai pace in questo posto”.
Lo dici e levi lo sguardo. Ma il rimorso
azzanna le viscere e l’invidia
strappa i tendini con i suoi uncini.
Morderei l’amore, se fosse mela o pane.
Mi riempirei la bocca, lo stomaco.
Ma è già molto poter stare vicini
Gusci di noce, simmetrie di gheriglio
sulle onde dei nostri quantici destini.
L’ampiezza di probabilità,
la somma infinita di storie
che si aprono ad altri cammini.
La linea si torce, si tende, confonde
tracciati, allontana confini
congiunge diversi destini.
La
biografia
Laura
Garavaglia è nata a Milano e
risiede a Como. S è laureata in lettere moderne all’Università Statale di
Milano. Ha insegnato presso alcune scuole superiori nel corso degli anno ‘80.
E’ curatrice del Festival Internazionale
di Poesia “Europa in versi”, evento di respiro internazionale che si svolge
annualmente a Como e al quale prendono parte i maggiori poeti contemporanei a
livello europeo e internazionale, oltre ad artisti, musicisti, intellettuali e
rappresentanti del mondo scientifico.
Collabora all’organizzazione del Festival Letterario “Parolario” per la sezione dedicata alla poesia e
alla mostra Internazionale di Arte Contemporanea Miniartextil che si svolgono
ogni anno a Como.
E’ membro di giuria di vari concorsi letterari.
Ha pubblicato la raccolta di poesie “Frammenti di vita” (Il Filo, 2009), “Farfalle e Pietre” (LietoColle 2010) e “La simmetria del
gheriglio” (La Collana, Stampa
2012). Ha pubblicato la plaquette “Correnti ascensionali” (CFR, 2013) dove le sue poesie sono
abbinate a foto di monili-dell’artista Daniela Gatti.
Alcune poesie sono state tradotte in romeno e in francese.
(Le fotografie sono di Remigio Gabellini)