Dpo il successo dell’incontro di giovedì 15 febbraio, con il poeta Dante Maffia, ecco una mia recensione al bellissimo canzoniere “Matera e una donna”(Terra d’Ulivi, 2017)
Ci sono città, paesaggi che per un insondabile alchimia di
sensazioni, emozioni trasmettono un’energia, una forza interiore che li elegge
a “luoghi dell’anima”. è un complesso di cose che fa si che
lo diventino e spesso è inutile cercare di dare spiegazioni alle ragioni del
cuore. Per Dante Maffia Matera è uno di questi luoghi. In “Matera e
una donna” la città diventa metafora
della vita stessa. è la città con le sue chiese, le
strade, la Gravina, i Sassi, “fremito umanissimo”, “pietra e rifugio /d’anime
piagate”, la sua storia di drammatica miseria, e imprendibile, misteriosa
bellezza che alimenta l’identità creativa del poeta. Angoli, scorci noti e meno
noti si fissano all’anima, le immagini
restano impigliate nella trama sottile dell’inconscio, si stratificano come
fertile humus e germogliano nella luce della parola poetica. Ma questo “sentire”
i luoghi come parte di sé, come palpito vivente e farne poesia non sarebbe
possibile se alla base di tutto non ci
fosse l’amore, sentimento principe che
illumina o dovrebbe illuminare la vita degli esseri umani, senza il quale la
vita stessa sarebbe una voragine vuota e buia. Amore che puòessere declinato
in mille modi, ma che nel libro è il sentimento che lega il poeta alla figura
misteriosa di una donna, che di continuo si identifica con la città,
scandendone i ritmi, gli echi, le voci, i rumori, gli odori che influenzano,
per non dire stregano, il cuore del poeta. Matera è una donna, “La donna è Matera”, come recita
una delle splendide poesie di questo straordinario canzoniere. Che questa
figura femminile sia, come sembra che
Maffia voglia dirci, la figura idealizzata della ragazzina con le trecce che
incontròdurante una gita scolastica nella città dei Sassi durante la giovinezza o persona reale
non è dato di sapere. Ma la poesia deve
insinuare dubbi salutari, senza nulla svelare. Ed ecco che la città di Matera,
nel miracolo della poesia, si fonde con
il luogo natio,Il paese di Roseto Capo Spulico, perla di sole affacciata sul
mar Jonio e il mare sembra inondare la Cattedrale, profumi e colori, balconi e fiori,
cieli, come in una celebre poesia di Pedro Salinas, si fondono e avvicinano gli amanti. Nello scorrere
indistinto dei ricordi nel tempo, il poeta ha saputo far rivivere momenti di emozioni,
gioia, malinconia, rabbia, gelosia, tenerezza, paura e farceli avvertire come
nostri. Ciòche affascina, coinvolge in questo libro è questo continuo fluire
tra dimensione del sogno e realtà. E gli
elementi della natura spesso prendono vita: “il mare è un ragazzo che sorride”,
“la luna cammina beata”, come in una fiaba. Il lettore fa subito suoi i versi,
li percepisce, li sente, li immagina, li
vede. è come se il poeta avesse tracciato un percorso attraverso le
parole, per consentirci di entrare nella sua Matera, camminare per le strade,
ammirare gli angoli più nascosti e allo stesso tempo conoscere l’aspra bellezza
di Roseto, ascoltare furia del vento, il
tuonare e il placarsi del mare, il ritmo del tempo, i giorni e le notti. Un
percorso che puòavere come guida e compagna la donna amata.
Molti sono anche i
riferimenti a personaggi della letteratura e della cultura in generale conosciuti da Maffia e fatti
rivivere nei sui versi, da Dario Bellezza a Alberto Moravia, da Primo Levi a
Leonardo Sinisgalli, da Jorge Luis Borges al pittore Luigi Guerricchio, per
citarne alcuni. E notevole la varietà di toni e di stili del libro che rendono
la lettura avvincente dal primo all’ultimo verso. Da evidenziare sono anche le
bellissime fotografie in bianco e nero di Elio Scarciglia, che ritraggono
scorci noti e meno noti della Città dei Sassi e che impreziosiscono il libro.
Matera, donna dolce e sensuale, Mater dulcissima, incarnazione
stessa dell’Amore che in questo libro sfida e vince lo sfregio del tempo sulle
cose e sugli essere viventi, sembra sfidare persino la morte, grazie all’impalpabile eternità della
poesia.
Laura Garavaglia