Voglia di abbandonare tutto e di fuggire lontano. Succede sempre più di frequente; e a sempre più persone; soprattutto a chi, per i mille motivi e condizionamenti che il nostro tempo ci impone,si sente soffocato da ritmi frenetici, frastornato da un vortice di impegni che non lasciano quasi più il tempo di fermarsi e guardarsi dentro, capire se veramente ciò che si sta facendo, se il logorio continuo delle proprie forze fisiche e psichiche abbia un senso o se, come spesso avviene, capiti di esserne travolti senza rendercene conto. Tratto da L’ORDINE del 02/06/2009
Chi ha il coraggio di farlo, chi non teme di rivoluzionare la propria vita rinunciando ai tanti falsi bisogni dai quali ci sentiamo spesso puerilmente dipendenti, generalmente non torna più indietro. E’ successo a Daniela e Rudy Brugnoli, una coppia di Cantù . Il loro rifugio è Filicudi, un angolo di paradiso caduto nel Mar Mediterraneo. Nasce tutto da una vacanza trascorsa con i figli, allora bambini, su quest’isola di sogno, raggiunta con un barcone , in piena notte e poi dalla costa, a piedi, in albergo, il sentiero illuminato dalla luna e da qualche torcia. Per i due coniugi è amore a prima vista: “Abbiamo dapprima affittato una casa, per trascorrere con la famiglia il mese di agosto, e cercare, anche solo per un breve periodo, di dilatare il tempo, rallentare i ritmi, vivere immersi in una natura dalle tinte forti e dai profumi intensi, che ci ha ammaliato sin dal primo momento. Sentivamo la necessità di fare parte di quella natura ”. Ed ecco le lunghe passeggiate tra i sentieri che si inoltrano nella macchia mediterranea, dove il profumo della nepitella e del finocchio selvatico ti inebriano e ad ogni passo trovi erbe medicinali e succulenti capperi , il vento e il sole ti avvolgono in un abbraccio caldo e vigoroso, al quale è inevitabile abbandonarsi; i tramonti che tingono il cielo di porpora , e il mare tutto intorno, a 360°, una distesa incommensurabile d’indaco nel quale sembra di potersi abbandonare ad un dolce naufragio, quasi una metafora di ritorno alle origini. La ricerca di una casa da comprare, di un rifugio nel quale creare un ambiente a misura d’uomo, diventa l’inevitabile passo successivo: Daniela e Rudy cercano con entusiasmo, trovano un rustico da ristrutturare, scogliere nere a picco sul mare, intorno solo il verde degli arbusti, e in alto un cielo che pare il manto delle Madonne dipinte da Raffaello. Anche la ristrutturazione del vecchio casale diventa un’avventura: Daniela ricorda “ Il materiale doveva essere trasportato a dorso di mulo, che il muratore ripagava dissetandolo con una birra ogni tanto; con pazienza e fatica i lavori sono continuati per alcuni mesi, ma alla fine la soddisfazione di poter arredare una casa tutta nostra è stata veramente immensa. Finalmente potevamo tornare sull’isola dalla cui bellezza eravamo stati rapiti ad ogni occasione, anche per le vacanze di pochi giorni, portandoci nella mente e nel cuore colori, sapori, profumi di questo piccolo Eden”. E così, il tempo da trascorrere a Filicudi si allunga sempre di più. Finalmente, nel 2007, la decisione definitiva: “ I figli sono cresciuti, non ci sono più gli anziani genitori da accudire – spiegano Rudy e Daniela – Abbiamo deciso di vendere la ditta di mobili e di trasferirci stabilmente qui. Per noi è stato realizzare un sogno che avevamo solo temporaneamente chiuso in un cassetto, ma che prima o poi, sapevamo di poter trasformare in realtà”. Una realtà che si fa più dolce e affascinante di giorno di giorno. Vivere su una parte di terra circondata dal mare è necessità esistenziale, desiderio di dilatare il tempo restringendo al contrario lo spazio entro cui intrecciare rapporti umani, più sinceri e duraturi perché le isole, per loro naturale posizione geografica, inducono chi le abita alla ricerca di sè e del senso delle proprie scelte, del proprio vivere. “Rudy ed io sentivamo il bisogno di stare soli con noi stessi, di ritrovare il gusto per le piccole cose della vita, trascorrendo le giornate secondo ritmi appartenenti al passato, in un luogo, come Filicudi, dove fino a pochi anni fa non esisteva la luce elettrica , l’acqua doveva essere scaldata in grandi pentole sul fuoco e le strade erano sentieri. Anche oggi questa perla del Mediterraneo è rimasta un’isola incontaminata, sebbene qualche “concessione” alla modernità ci sia stata.” Daniela e Rudy hanno scoperto cosa significa vivere a contatto con la natura, avvolti nell’abbraccio di una luce tersa , di un vento che profuma di salsedine , l’azzurro del cielo e del mare che in ogni momento riempie lo sguardo ed il cuore. La discesa al porto, di primo mattino, per comprare pesce fresco dai pescatori appena rientrati coi loro pescherecci. Le feste tradizionali, occasioni durante le quali si riuniscono tutti gli abitanti dell’isola presso l’albergo di proprietà della signora Lucia, l’unico aperto anche in inverno, lunghe tavolate, canti e balli fino a notte. Le grigliate di pesce a casa di amici , all’aperto, sotto un cielo di stelle che ti sembra poter cogliere come fossero fiori. Daniela racconta e l’entusiasmo brilla nei sui occhi: “A Pasqua c’è una coinvolgente tradizione: il Cristo in croce viene portato a spalle fino alla cappellina della Madonna e una anziana donna scalza apre la processione spargendo lungo il percorso petali di fiori. Poi tutti ci riuniamo a mangiare il “pecoro” , filicudari e turisti insieme.” Sì, perché su quest’isola tutti si danno del tu: lo si dà anche a quei Vip che arrivano d’estate sui loro yacht , con l’effimera illusione di poter vivere per pochi giorni come Robinson Crusoe. Durante l’inverno , quando tutto è più tranquillo e i turisti sono ormai solo un ricordo rumoroso e spesso invadente legato ai mesi estivi, Daniela si dedica alla preparazione di pane e dolci tradizionali, secondo antiche ricette isolane: sesamini, cannoli, nacatuli e l’immancabile cassata. Matrimoni e battesimi sono momenti di grande festa, dove tutti partecipano all’organizzazione dando il loro contributo: “Per il matrimonio della figlia di Lucia,- afferma con orgoglio Daniela – Rudy preparerà una scenografia che riprodurrà tutte le isole Eolie. Sarà Stefano “u’ falegnami” che lo realizzerà ,nel suo laboratorio, una stanza di cinque metri per cinque. Sarà festa grande, sono previsti circa trecento invitati”. Sono tanti gli amici che Rudy e Daniela hanno trovato qui. Ci sono alcuni personaggi che sembrano usciti dalla penna di Giovanni Verga : la Ginilla, la più anziana dell’isola, che all’Epifania si traveste da Befana e distribuisce doni a grandi e piccini; mastro Peppino, che ti racconta tutte le storie e le leggende di Filicudi; Maria, che ogni giorno, domenica e Natale compresi, tiene aperta “ a putìa”, l’unica bottega che vende generi di prima necessità. Capita, quando il mare è in burrasca, che non arrivino gli approvvigionamenti. Allora Daniela si riunisce con altre donne e tutte insieme impastano chili di farina per fare pane che , cotto nel grande forno di proprietà di Piero, viene poi distribuito a tutti. E’ un gesto simbolico che ha un significato evangelico ed ecumenico ; dimostra come in queste realtà non esistano l’anonimato e la solitudine che incancreniscono gli animi come spesso avviene nelle città . Rudy confessa “ Spesso, quando le persone ci chiedono se non sentiamo il desiderio di tornare ai luoghi d’origine, se non avvertiamo la mancanza di relazioni personali, la nostra risposta è sempre la stessa: quando torniamo in città ed incontriamo conoscenti per strada tutti hanno fretta, hanno mille cose da fare e ci salutano appena. A Filicudi ogni persona che incontri è disposta a parlare con te, se passi davanti ad una casa per salutare il proprietario non puoi andartene senza avere bevuto un bicchiere di malvasia o assaggiato delle mandorle”. E’ anche per questo che , le rare volte che rientrano a Cantù, i due coniugi non vedono l’ora di tornare nel loro piccolo paradiso terrestre