Nell’ambito della rassegna MIrabello Cultura, La Casa della POesia di Monza presenta Numeri e Stelle, di Laura Garavaglia. L’autricedialoga con Gilberto Isella.
L’incontro si terrà venerdì 11 novembre alle ore 18 alla Villa Reale di Monza, Primo Piano Nobile, Salotto Regina Margherita.
Pubblichiamo una acuta recensione di Elisabetta Motta.
Recensione di Elisabetta Motta
pubblicata nel sito della Casa della Poesia di Monza www.lacasadellapoesiadimonza.it in data 8 novembre 2016
Numeri
e stelle di Laura
Garavaglia (Ulivo 2015) è un libro coraggioso e singolare poiché affronta un
tema poco usuale in poesia, il rapporto
fra poesia e matematica. Sulla relazione che lega scienza e poesia permangono infatti molti pregiudizi da superare
nell’ambito della poesia italiana contemporanea, che sembra sempre più arroccarsi
ed isolarsi in un suo mondo, dimenticando che non solo le lettere concorrono
all’accrescimento delle doti intellettuali e morali dell’uomo. Tutte le
discipline, infatti, e tra esse anche la matematica, sono indispensabili per
una formazione completa dell’uomo (humanitas)
e costituiscono uno strumento per avvicinarci il più possibile alla conoscenza
del reale. L’aver posto ai giorni nostri la scienza come unica o quasi depositaria
della vera conoscenza e l’aver relegato la poesia nella sfera della espressione
dei sentimenti o delle emozioni ha nuociuto ad entrambe. Si dimentica infatti
che per quanto i metodi siano diversi sono entrambe sorelle nella grande
avventura della conoscenza. E la raccolta poetica di Laura Garavaglia ne costituisce
una ulteriore testimonianza. L’autrice ha scelto
con la sua raccolta di farci entrare nel mondo della matematica raccontandoci
poeticamente la vita di grandi
personaggi che ne hanno scritto la storia, che è poi la nostra storia e la
storia dell’universo: Pitagora, Archimede, Al-Khwarizmi, Fibonacci,
Cartesio,Carl Friedrich Gauss, Evariste Galois, Georg Cantor, Bernhard Riemann,David
Hilbert e Herman Minkowski, Srinivasa Ramanujan, e Alan Touring.
Ogni componimento è preceduto nel titolo dall’indicazione della scoperta
fondamentale che il matematico ha effettuato e corrisponde ad un ritratto in
cui si evince che la vita è dominata dai numeri ma in essa non tutto è controllabile, soprattutto in quei
frangenti in cui emergono le umane debolezze o i travagli e le incomprensioni
che molti di essi, anche a causa della loro genialità, hanno affrontato o
subito. Ogni individuo infatti non puònon fare i conti con il mistero che sta
dentro e fuori di noi, di cui i noi stessi facciamo parte e che resta tale,
nonostante il progredire delle scoperte scientifiche e gli strumenti
tecnologici sempre più sofisticati. Mistero adombrato ne «la successione magica
nascosta /nella bellezza alchemica della conchiglia / e l’enigma del falco nel
suo volo»(I numeri di Fibonacci). Come ha
scritto Einstein «chi non ammette l’insondabile mistero non puòessere neanche
un scienziato», sottintendendo, forse, che non puòessere neanche un uomo. Egli
rappresenta una voce autorevole di come la conoscenza scientifica non soffochi
l’urgenza degli interrogativi ultimi dell’esistenza e di come il mistero sia alla basa di ogni conoscenza, anche
scientifica. Mistero che si manifesta in diversi segni e modi e che nel cielo stellato ritrova la sua cassa di
risonanza pertanto, sia che si tratti di poeti che di scienziati, per entrambi rivolgere
lo sguardo alle stelle è un atto irrinunciabile. E uguale è il tremore. Non
c’ è poeta antico o presente che non abbia alzato lo sguardo verso quei corpi
luminosi senza sentirne un’affinità, un legame, o senza cercare di
decifrarne messaggi, i segnali. Il
titolo Numeri e stelle ci ricorda
questo legame inscindibile che intrattengono anche i matematici. E così per Gauss «A scuola la lavagna era il
cielo/ i numeri erano stelle luminose»(Di
numeri e pianeti) e nel caso di Cantor «la mente saliva/ ogni numero un
passo,/ un gradino verso l’infinito» (L’infinito
assoluto).
Mario Luzi
scriveva che ai poeti interessa la fisica del mondo ovvero la sua natura
materiale, la sua composizione, il suo movimento mentre Bigongiari parlava
della poesia come di una «scienza nutrita di stupore».
Man mano si procede nella lettura dei
componimenti poetici di Laura Garavaglia si rende evidente che entrambe le discipline sono similmente visionarie e possono
arrivare alle medesime intuizioni in relazione ai nessi segreti del mondo, se pur
con tempi e modi differenti. Non deve stupire dunque che per spiegare certi
processi gli stessi matematici facciano talvolta ricorso a metafore, allegorie,
analogie poetiche.
Infine,
come ben rileva Gilberto Isella nella acuta introduzione al libro, anche il legame fra suono e senso è una
componente irrinunciabile per entrambe. Se la poesia sta tutta nella
misteriosa, limpida reversibilità dei sensi e dei suoni così è anche per i
numeri, che trovano un senso nel suono, cioè nella successione ritmica che
appartiene ai viventi. E così Laura Garavaglia puòrendere con una immagine
poetica il mito di Pitagora, secondo il quale egli dedusse le leggi matematiche
dall’armonia dei colpi di quattro martelli sull’incudine:«Tutto il segreto della serie armonica/ nell’urna colma d’acqua/ percossa
dal martello» (La musica delle sfere).
A lettura conclusa dunque si apre una nuova prospettiva e ci pare più
comprensibile quanto scriveva Novalis, ovvero che «la forma compiuta delle
scienze dev’essere poetica»
La funzione zeta
(Bernhard Riemann)
La
bellezza di un verso nell’armonia dei primi.
La musica dei numeri composta sulle onde.
Non è rumore bianco
l’orchestra matematica dei primi.
E sulla retta magica tra zeri e infiniti
scrivevi l’armonia della natura.
Il peso inconsistente della vita
su fogli fitti di formule, di simboli
ridotti presto in cenere dalla fiamma del camino.
***
L’infinito assoluto
(George Cantor)
La
diagonale era scala verso il cielo
e la mente saliva,
ogni numero un passo,
un gradino verso l’infinito.
Ma oltre la potenza del continuo
lo spirito cercava l’Assoluto.
Fuori dal centro, oltre la mediocrità
nella prigione bianca
nella prigione bianca della mente,
il destino segnato
da chi non ha capito.
*****
Cogito ergo sum
(René Descartes)
Cercavi
la realtà dell’Universo.
Pensiero ed Estensione
concetto e intuizione.
La pulizia del numero
dà vita a ogni forma.
E’ l’orma della mente
il metodo possibile
il vero opalescente.
*****
Il delirio dei numeri
(Srinivasa Ramanujan)
A
Cambridge le scarpe erano strette
il cielo era diverso da quello di Madras.
Tua moglie non ti scrive più.
Il pensiero era oceano in burrasca
bussola impazzita.
Il delirio dei numeri era l’abisso della libertà.
L’india troppo lontana
Hardy ti stava accanto.
Tu morivi.
( i testi poetici riportati sono tratti
da Numeri e Stelle di Laura
Garavaglia,Ulivo 2015)
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