“Poetry Slam” : una competizione tra poeti che si sfidano in versi. Storia di una pratica che nasce in America e che oggi divampa.
Poetry Slam. Già dal
significato del verbo onomatopeico
inglese to slam si intuisce di cosa stiamo parlando: poesia “scagliata”,
“scaraventata”, “sbattuta” dal poeta verso il suo ascoltatore, in modo da coinvolgere
emotivamente l’ascoltatore.
Poesia che recupera
il valore dell’oralità, che ha caratterizzato la nascita di questo genere letterario,
attualizzandola. Lontana da una concezione elitaria e dai circoli accademici,
attraverso il poetry slam la poesia esce
dai libri e si diffonde nelle strade, raggiunge
ampi strati della popolazione, parla al cuore e alla mente della gente.
A Como, per la prima volta, questa “singolar tenzone” fra
giovani poeti si svolgerà domani, venerdì 18 novembre alle ore 21 a La Casa della Poesia di Como, in via
Rovelli 4 presso la sede del quotidiano
L’Ordine.
Gareggeranno alcuni professionisti di questo genere di poesia: Paolo
Agrati, Laura Di Corcia, Silvia Monti, Paolo Ornaghi, Alfonso Maria Petrosino, Paolo
Triulzi.
Saranno valutati da
una giuria popolare composta da cinque membri eletti tra il pubblico. La gara è
diretta da un Master of Cerimony, il
poeta Simone Savogin.
Il Poetry Slam è infatti una gara tra poeti che a si sfidano a colpi di versi,
taglienti, satirici, commoventi.
Lo “Slam” nasce alla metà
anni 80 grazie all’iniziativa di Mark Kelly Smith, singolare poeta
americano che crede nella poesia come forma di comunicazione tra la gente,
linguaggio privilegiato per scambiarsi emozioni, valori, esperienze di vita
“that make us who we are”, come lui stesso ha scritto.
Un grande successo ebbero sin dai suoi esordi le performance
del gruppo da lui fondato, il Chicago Poetry Ensamble, tanto da diventare
uno degli appuntamenti fissi dello storico locale nell’Uptown di Chicago, il
Green Mill.
Il Poetry Slam si è poi rapidamente diffuso in tutti gli
Stati Uniti, dove è oggi molto
apprezzato, e in Canada. Negli ultimi anni è dilagato anche in Europa, in particolare in Germania,
dove è presente in oltre sessanta città,
amato in particolare dalle nuove generazioni e capace di radunare centinaia di
persone. Basti un esempio: L’Original Substanz Poetry Slam di Monaco ha sempre più di
quattrocento persone presenti ad ogni spettacolo.
Anche in Italia, da qualche anno,
il Poetry Slam ha conquistato sempre più
ampi strati della popolazione, soprattutto tra i giovani: basti pensare al “Big
Torino 2002”
e al “Festival Internazionale Romapoesia”, dove hanno gareggiato poeti di fama
internazionale. E questo originale modo di fare e proporre la poesia si sta
diffondendo sempre più anche in Italia. E’ diventato un appuntamento fisso a
Roma, nel locale “Lettere caffè” di Trastevere e a Cagliari, dove un gruppo di
studenti ha formato lo “Slam! Cagliari” e si riuniscono ogni settimana,
organizzando performance di grande originalità.
Ma non sono gli unici esempi. Basti
pensare al gruppo torinese: “Poeti in lizza”, che gira Italia ed Europa
organizzando gare di poesia e ai numerosi Poetry Slam a cui hanno partecipato e
partecipano anche i giovani poeti che si sfideranno a Como.
E’ arte della performance perché il pubblico, chiamato a
votare il poeta migliore, è invitato a valutare non solo il linguaggio della
poesia, il testo che deve comunque avere valore, ma anche il linguaggio del corpo e il ritmo tenuto
dagli sfidanti.
La qualità dei versi, l’impostazione e il tono della voce,
la gestualità, sono elementi fondamentali che devono armonizzarsi perfettamente per avere una performance
capace di coinvolgere il pubblico. Non sono necessari né musica né costumi particolari: la sfida si
basa sulla capacità di legare insieme questi tre elementi: voce, corpo , versi.
Certo non è facile.
Un genere di poesia che non puòlasciare passivi. E anche coloro che
dichiarano di non capire o addirittura non amare la poesia, non possono rimanere indifferenti di fronte a
questo modo assolutamente originale di proporla.
Perché devono dimenticare il tedio (spesso causa
dell’idiosincrasia nei confronti di qualsiasi genere di poesia) che spesso
hanno dovuto sopportare sui banchi di scuola, dove ci costringevano ad
anatomizzare il testo poetico con noiosissime parafrasi, cercando di capire (e
molto spesso inventare) cosa il poeta volesse dire in quel verso o a cosa si
riferisse in quell’altro. Nello slam la poesia si fa viva, pulsante, dinamica,
coinvolgente.
Riporto
le parole del poeta Lello Voce, uno dei fondatori del Gruppo 93 , scrittore e
performer che molto ha contribuito a
diffondere questa “pratica” della poesia: “Lo slam è un modo nuovo e assolutamente
coinvolgente di proporre la poesia, una maniera inedita e rivoluzionaria di
ristrutturare i rapporti tra il poeta e il ‘pubblico della poesia’. Lo slam è
un invito pressante al
pubblico a farsi esso stesso critica viva e dinamica, a giudicare, a scegliere,
a superare un atteggiamento spesso tanto passivo quanto condiscendente, e
dunque superficiale e fondamentalmente disinteressato, nei confronti della
poesia. Lo slam inoltre riafferma, una volta per tutte, che
la voce del poeta e l’ascolto del suo pubblico fondano una comunità in cui la parola, il
pensiero, la critica, il dialogo, la polemica e insieme la tolleranza e la
disponibilità all’ascolto dell’altro sono i valori fondamentali.”
Nel
“multiverso” della poesia italiana lo “slam” sembra un modo di “abitare”
il linguaggio poetico destinato ad avere sempre più ampi consensi da parte dei
lettori.
Un
canale attraverso il quale diffondere e far conoscere la poesia, senza che
rimanga ad impolverarsi chiusa tra le pagine di libri, relegata nei ripiani
meno accessibili delle nostre librerie.
Tratto da L’Ordine del 17 – 11 – 2011