“Da bambino, avevo circa undici anni, andavo sulla terrazza di casa, durante la bella stagione , e così, all’aperto, sperimentavo i miei primi, acerbi versi”. La poesia ha sempre fatto parte della vita di Nedo Soldaini ; toscano – vive a Viareggio – ha legami stretti con la nostra città. Tratto da L’ORDINE del 28/03/2010
E’ infatti fratello di Franco, ormai comasco d’adozione da più di quarant’anni, “guru” dell’enogastronomia noto a livello internazionale e dirigente scolastico dell’Istituto Casnati. E proprio nell’aula magna del Casnati si è tenuto, sabato 15 marzo, un incontro tra gli studenti e il poeta per parlare ai giovani di un genere letterario intimamente legato alla nostra esistenza. Nedo Soldaini ha lo sguardo dolce e sognatore, gli occhi verdi che ti scavano l’anima mentre parla con accento toscano, una parlata pacata, quasi armonia. “Ho tenuto corsi di scrittura creativa presso un liceo sperimentale della mia città. Un’esperienza umana e professionale profonda, perché i giovani esigono ma offrono anche molto a chi li sa ascoltare. Adesso lavoro per varie case editrici, scrivo prefazioni di libri, e sto creando un salotto culturale che diventi punto di riferimento e fucina di idee e iniziative per il territorio in cui vivo”. Mi racconta dei suoi successi letterari , ma con modestia, quasi in sordina: premi letterari di rilevanza nazionale, come il “Tavolozza città di Viareggio” e il “Città di Milano”;racconti e fiabe pubblicati in raccolte antologiche, delle quali una con prefazione di Mario Soldati; raccolte di poesie pubblicate, come “Un niente perfetto” (Marco del Bucchia Editore), ossimoro che già nel titolo prelude al racconto in versi di una vita all’insegna della discrezione, ma ricca di esperienze, sentimenti, ricordi che la sensibilità e la lucida intelligenza del poeta sanno tradurre nella perfezione del canto. “La poesia mi ha aiutato a superare momenti molto difficili” dichiara Soldaini “anni fa fui investito da un’auto e subii gravi conseguenze; rimasi per un anno e mezzo senza poter camminare se non con le stampelle. Caddi in un profondo stato di depressione, dal quale mi ha salvato la poesia, non certo i farmaci che i medici mi somministravano. Un giorno in cui mi sentivo veramente male, telefonai al mio medico, dicendogli che le gocce calmanti – che mi aumentava ogni volta che mi recavo da lui -non le avrei più assunte; decisi di tirarmi fuori da solo dalla voragine del mio dolore. E la poesia mi ha salvato. La lettura dei miei autori preferiti, la scrittura sono stati per me efficace terapia contro il male oscuro che mi opprimeva assai più di quello fisico. E poi gli affetti familiari, le persone che ti amano e ti stanno vicine quando veramente hai bisogno di loro”. Nei suoi versi si ritrova questa esperienza di ricordi, dolore, “morte e resurrezione” attraverso la forza vivifica della parola poetica:“Il tempo dimagrirà/sulle costole della poesia,/ pochi lo capiranno/ e solo/ in solitudine” e ancora “un bacio giunse/-a fior di labbra -/radioso epilogo/di emotive resurrezioni”.Nedo Soldaini ha conosciuto diverse personalità della cultura italiana : Oriana Fallaci, per esempio “un’amica, sono stato ospite da lei a New York diverse volte. Era una donna splendida, di grande, straordinaria forza interiore, vermiglia, vitale , intelligente e coltissima. Durante la malattia che l’ha uccisa, si era chiusa i sé, era diventata più restia a confidarsi. Ma ci sentivamo comunque spesso e soprattutto ci scrivevamo lunghe lettere”. Tanti altri sono gli esponenti di spicco del mondo letterario italiano che Soldaini ha conosciuto , per esempio il critico Giorgio Luti, il poeta Milo De Angelis, la poetessa Paola Lucarini. Li ha frequentati, ha collaborato con loro soprattutto quando viveva a Firenze ed era uno dei soci e degli animatori dell’Associazione Culturale “Sguardo e Sogno”, uno dei punti di riferimento della poesia italiana per la qualità degli gli eventi e delle manifestazioni che organizza. Ritrovo, a tratti, nei suoi versi, echi dell’ermetismo fiorentino, corrente poetica che ha avuto in Mario Luzi il suo più significativo rappresentante (“Sono ospite del bianco precipizio/nel gorgo/di una voragine/ – ma se scrivo -/qualcuno ne capirà il motivo, il senso”). E infatti “Ho conosciuto e frequentato Luzi per quindici anni, fino alla sua scomparsa nel 2005. Per me è stato un grande maestro di poesia e di vita; mi trattava come un figlio e mi chiamava il mio ragazzo”. L’antologia poetica che raccoglie la storia della sua esistenza è – come sopra citato – “Un niente perfetto”. Traccia il percorso interiore e spesso intricato, doloroso che il poeta ha dovuto compiere – e non certo ancora terminato – per “fare ordine nelle mie carte che minacciavano d’impormi una confusione inquietante”, come scrive nella premessa alla raccolta. La prima parte della silloge, è un diario intimo, scritto nel linguaggio poetico , per recuperare frammenti della propria vita, ricomporne il complesso, cangiante mosaico. Poi il tono delle poesie si fa epistolare, perché egli avverte il bisogno di raccogliere quei frammenti, emozioni, sensazioni, esperienze per trasmettere, comunicare agli altri il proprio vissuto .Emergono dalla nebbia del tempo, collocati in una dimensione spesso a temporale, ricordi, si delineano volti e fattezze di persone amate (Le tue mani di velluto/ondeggiano al passato/il tuo sguardo di verde filtrato/occupa spazi di abbandono) Ogni parola è una pennellata , un colore tenue che va a comporre , come in un acquarello d’autore, la storia di una vita. I suoi versi sono leggeri, musicali, il dolore è contenuto e sfumato nella metafora (non ho casa nella notte/ dei silenzi/ Ho solo lacrime/ come onde/di seta), la gioia che l’amore vivifica ha il colore e i profumi della natura (Qui dove una vita/ si screzia/ in profusione di essenze/le tue parole iridano/come porpora trafitta da bagliori), la lucida, travagliata consapevolezza della fragilità della propria esistenza è illuminata dalla parola che nella sua poesia è, sì, forzata all’allusione, ma senza mai perdersi nella foresta di simboli che defrauderebbero l’Io lirico della sua irripetibile ed unica storia.