“Avevo diciassette anni. Un giorno , a Milano, un pacco di fogli sui quali avevo scritto alcune mie poesie sottobraccio, dopo avere bussato alle porte di vari editori che, come era prevedibile, non mi avevano concesso neanche un barlume di adolescenziale illusione facendomi fare anticamera, entrai nello storico bar Jamaica in zona Brera. Volevo bere qualcosa per tirarmi su il morale. Tratto da L’ORDINE del 16/03/2010
Un gruppo di amici, tra i quali, oltre ad un pittore, vari artisti e un tipografo, c’era anche il cibernetico Silvio Ceccato,vedendomi solo e sconsolato, mi chiesero cosa mi fosse accaduto. Spiegai loro il motivo della mia delusione. Un po’ per curiosità e un po’ per compassione, credo, vollero leggere le poesie e mi dissero che mi avrebbero aiutato. Un mese dopo allo stesso bar, ci incontrammo di nuovo e mi consegnarono cinquanta copie della raccolta di quei miei versi adolescenziali. E’ stato un segno del destino, perché sin da allora capii che volevo e dovevo occuparmi a tempo pieno di libri e di poesia”.Michelangelo Camelliti, classe 1961, chioma color argento e ricci studiatamente scompigliati, sguardo vivace e intelligente dietro gli occhiali da intellettuale, una biro appoggiata all’orecchio “come i salumieri” – sottolinea sorridendo – parla dei libri come fossero creature viventi. La sua piccola casa editrice, a Faloppio, è il retrobottega della cartoleria, edicola tabaccheria che gestisce, dove la gente del posto entra ed esce per comprare giornali, quaderni, matite, giocattoli, gratta e vinci, per giocare al lotto o anche solo per salutarlo. Poi, in un altro locale,un piccolo paradiso, col soffitto e quel poco di pareti libere tanti “libriccini con due c”, come lui li chiama con affetto. Impilati, sopra un grande tavolo al centro del pavimento e poi tanti altri a tappezzare le pareti, disposti su scaffali. Edizioni che solo a guardarle danno l’dea di leggerezza, grazia; i colori , un arcobaleno di copertine, ciascuna con una illustrazione particolare, vere opere d’arte. “I libri mi hanno sempre affascinato. Sin da quando ero ragazzo, la lettura , soprattutto di autori di poesie, è stata la mia migliore compagna. Inoltre da sempre ho ammirato “ forma” ed eleganza di alcune edizioni, gioielli da ammirare, amare, accarezzare e sfogliare delicatamente, anche indipendentemente dal contenuto. C’è una vera e propria ricerca nella costruzione, nell’architettura del libro. Individuazione dell’autore, impaginazione, testo, tutto è frutto di un lavoro attento; si deve offrire un’opera che armonizzi il contenuto con una veste editoriale elegante, impeccabile”. All’inizio della sua avventura, venticinque anni fa, stampava “libriccini” da collezione: mai più di novantanove copie, la centesima sarebbe stata di troppo. Poi i meritati successi del suo impegno come “paladino” dell’editoria che pubblica versi, e quindi anche l’aumento della tiratura delle copie La fama della piccola casa editrice Lietocolle, che prende il poetico nome dall’area in cui è sorta – durante il periodo fascista comprendeva gli attuali comuni di Cavallasca, Parè e Drezzo – si è estesa a tutto il territorio nazionale ed oltre. “I miei acquirenti restano tuttavia collezionisti amanti della poesia ed è grazie a loro che riesco a mantenere viva questa attività. E’ una passione e voglio si mantenga tale . Continueròa badare più alla qualità che alla quantità. La poesia è infatti una questione di qualità: impone continui ripensamenti, è un costante sforzo fisico e mentale spesso fatto per esorcizzare un male che ti porti dentro; scrivere versi aiuta a vivere meglio” afferma Camelliti. E poesia sono i piccoli volumi che pubblica che ti permettono, leggendo i testi, di avere un rapporto “spirituale”, empatico con gli autori e nello stesso tempo ti regalano il piacere “fisico” di sfogliare le pagine, sentire la consistenza della carta, odorarne il profumo ancestrale, soffermarti su immagini e colori. Basta dare uno sguardo ad autori e titoli, e subito ci si rende conto che sono pubblicate eccellenze della poesia italiana contemporanea : Maurizio Cucchi, Giampiero Neri, Franco Loi, Guido Oldani, Ciro Vitello, Franco Buffoni, Alda Merini, Maria Luisa Spaziani. Ma questi minuscoli, preziosi gioielli dell’editoria danno spazio anche a tanti poeti emergenti, giovani e meno giovani,che altrimenti non avrebbero modo di farsi conoscere. L’essenziale è che i loro versi volino alto. “I testi che mi vengono proposti vengono letti con attenzione, valutati non solo da me, ma anche da un gruppo di validi e competenti collaboratori. A volte si scoprono dei veri e propri talenti. Ho ascoltato di recente una poetessa colombiana Andrea Cote Botero, leggere suoi versi. Sono rimasto incantato dalla loro musicalità e vitalità”. E Camelliti unirà anche questa voce al coro di poeti di LietoColle. Non a caso, come sopra accennato, la sua casa editrice “artigianale” è diventato uno dei punti di riferimento a livello nazionale per chi compone poesie. E non solo: per la qualità delle sue pubblicazioni è conosciuta anche oltreoceano. Ecco alcuni, significativi esempi: il poeta coreano Ko Un, tre candidature al Premio Nobel, ha pubblicato con LietoColle una silloge dal titolo L’Isola che canta e il poeta sarà ospite ad una serie di eventi in numerose città del nostro Paese, tra cui Milano, in maggio. Poi, nel 2011, una delegazione composta dai maggiori poeti italiani si recherà a Seul. LietoColle partecipa da anni al Festival di Medellin, “dove ad ascoltare letture dei testi di poeti italiani che proponiamo – quest’anno è stato Guido Oldani – c’erano folle oceaniche , perché la poesia in America Latina coinvolge cuore, mente e anima delle persone, dal panettiere al professore” continua l’intraprendente editore. “Aiuto a sdoganare la poesia italiana all’estero, grazie ad una efficiente rete di poeti e traduttori che lavorano per la mia casa editrice. Purtroppo infatti la poesia in Italia raramente si confronta con quella internazionale”. La piccola ed efficiente casa editrice si prodiga per divulgare la poesia in diversi modi: nelle scuole, dove il progetto Seme, attuato da alcuni poeti che hanno pubblicato con LietoColle in collaborazione con i docenti, ha già dato i suoi frutti in una scuola media di Roma; con la partecipazione e l’organizzazione di festival della poesia ,come quello di San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento, per festeggiare i venticinque anni della nascita di LietoColle, che vedrà presenti alcuni grandi poeti contemporanei; nelle carceri ,dove un coraggioso progetto di scrittura poetica ha portato, prima nella casa circondariale di Opera e attualmente in quella di Bollate il messaggio di vita che questo genere letterario trasmette anche tra i detenuti. “Oggi la poesia in Italia ha più gente che scrive, rispetto a quella che legge: le statistiche riportano ben cinque milioni di poeti del sottobosco, mentre i lettori di poesia arrivano a stento a cinquemila. La sproporzione è enorme. Un folto numero di aspiranti poeti pubblica in rete le proprie poesie, ma spesso si tratta di versi autoreferenziali. La poesia ha invece bisogno di reciprocità. Meglio leggere la raccolta di un poeta che disperdersi nei blog dove pubblicano centinaia di autori. ”. E’ vero, i conti non tornano. Vuoi scommettere – mi chiedo – che tanti aspiranti seguaci della musa Calliope hanno a mala pena letto Dante e Petrarca? Camilliti aggiunge “ Sul territorio lariano, ho da sempre avuto difficoltà a ritagliarmi uno spazio: poche librerie vendono i miei volumi e non ho mai ricevuto inviti a partecipare ad una edizione di Parolario. Vengo contattato da enti culturali di molte regioni italiane, Puglia, Lazio, Campania, mentre non ho avuto alcun rapporto con la realtà comasca. Non c’è sufficiente attenzione verso chi, in modo discreto, promuove la cultura a livello locale. Ma puntare sul ritorno economico immediato e non sul futuro non premia certo a lungo termine ”. Mentre mi guardo un ultima volta attorno e vedo tutti questi libri, che anche dal colore delle copertine sembrano tante piccole gemme, mi viene in mente che è proprio vero, nessuno è mai profeta in patria. Soprattutto se, con coraggio, cerca di dare voce all’ “inutile bellezza” della poesia, che tuttavia ci aiuta a riappropriarci della nostra interiorità, che, con voce differente, ci insegna quale dono straordinario sia la vita e come possiamo imparare ad amarla.