E’ uscito “Amor vitae Amor mortis”, Alessandro Dominioni Editore. Una preziosa plaquette con poesie di Basilio Luoni e acqueforti di Giuseppe Bocelli.
Le stagioni scandiscono il tempo della nostra vita, quella vita che ci “stormisce intorno”, come recita un verso di Mario Luzi. In questa nuova raccolta di poesie Basilio Luoni, poeta e scrittore che ha fatto del nostro lago fonte di ispirazione di tante sue opere, fa vivere, stormire le creature che affollano i suoi versi dai quali traspare tuttavia anche la pacata consapevolezza che compagna ultima della vita è la morte. “Amor vitae Amor mortis”, dell’editore comasco Alessandro Dominioni: un prezioso libro d’arte dove linguaggio della poesia e quello della pittura si valorizzano a vicenda. La “bella d’erbe famiglia e d’animali” è protagonista delle quattro liriche, dedicate a primavera, estate , autunno, inverno; affolla il microcosmo descritto nel poemetto “L’orto del cugino”; sembra materializzarsi nelle belle acqueforti del magistrato e artista comasco Giuseppe Bocelli, che impreziosiscono la plaquette. E’ una storia che Luoni ci racconta, sensibile e attento anche ai minimi dettagli della multiforme realtà che lo circonda. Un racconto dove le parole si convertono in immagini che rapide si susseguono, e quindi ritornano a ricomporsi in un grande affresco che ritrae “il circolo immenso in cui confluisce il gran respiro del mondo”, come scrive Federico Roncoroni nella prefazione. Ineffabile potenza della parola poetica, che puòracchiudere il molteplice nell’uno, infiniti significati in un solo significante. Un racconto in versi che inizia con l’immagine dell’autore e del suo inseparabile gatto “inchiodati dal sole al davanzale” ai primi tepori della primavera lariana, luogo privilegiato da cui osservare persone, animali, piante, cose: i ciclisti che ti sfrecciano davanti veloci, lasciando solo l’eco di qualche parola colta di sfuggita dai loro discorsi , le tracce dei copertoni sull’asfalto . Poi il contrasto con l’immagine delle chiocciole che lasciano “ bave d’argento sul muschio dei muretti” . Riaffiorano i ricordi che sembrano emergere insieme a “schizzi mediocri, frettolosi o svogliati” ritrovati in vecchi album sul fondo di una borsa. E a volte sono limpidi, quei ricordi, intonacati di luce come le estati delle isole greche. Tra i fogli ecco apparire un disegno più preciso degli altri: la “frivola creatura” dalle ali impreziosite come un piviale dipinto da Leon Baskt. E poi il ghiro caduto dal nido e in autunno allevato da un ragazzo che ha la nobile semplicità dei gesti dei giovanetti rutratti da Chardin, l’atmosfera rarefatta e surreale dei paesi del lago durante l’inverno, “presepio di campi e dossi e povere case fra torrenti scoscesi”. Infine i ricordi, che sono ciòche dà senso alla vita, dolci o amari che siano, prendono forma e sono trasfigurati in poesia nel poemetto “L’orto del cugino”.(Tratto da L’Ordine del 25/11/201)