Quest’anno la primavera si fa sospirare. Tuttavia marzo ha “scaldato” il cuore dei comaschi con le varie iniziative dedicate a quello che Paul Valéry ha definito “l’arte del linguaggio”, ossia la poesia. Sono ancora tre gli appuntamenti organizzati dall’Università Popolare e da La Casa della Poesia di Como, che daranno modo di accostarsi in maniera originale a questo genere letterario per osservare la realtà con occhi differenti, penetrando dentro le cose e non guardandone distrattamente solo l’esteriorità. Tratto da L’ORDINE del 26/03/2010
Il primo è venerdì 26 , alle ore 21 presso Xanadù Teatro Gloria, in via Varesina 72. Filippo Andreani, giovane avvocato comasco, ha creato testi (tredici poesie) e accompagnamento musicale (chitarre) di un’originale opera pop per voci e chitarre, dal titolo “ La storia sbagliata. Un caso d’amore , di piombo e di morte”. Narra le vicenda del Neri e della Gianna, partigiani nostri concittadini uccisi nel 1945. Poi sarà la volta di una kermesse che vuole passare un chiaro messaggio di apertura nei confronti di chi , pur vivendo vicino a noi, spesso per tanti motivi sentiamo distante. Perché l’espressione poetica, grazie alla sua universalità, puòrappresentare il punto di incontro, la chiave di lettura, la capacità di comprendere e dunque entrare in empatia con l’altro, anche con chi spesso a torto consideriamo “diverso”. Questo, dunque il significato dei due incontri, “Poesia di voci vicine” e “Poesia di voci lontane”, che si terranno a Como, rispettivamente sabato 27 a partire dalle ore 16 presso la Famiglia Comasca, via Bonanomi 5, e domenica 28, sempre alla stessa ora, presso la Libreria Ubik in Piazza San Fedele. “Non vogliamo fare confronti, classifiche tra poeti . Lo scopo è quello di offrire a persone che provengono sia da tutte le regioni d’Italia sia da vari paesi del mondo- giovani e meno giovani, con la passione per la poesia – di incontrarsi e dare voce alle numerose parlate dialettali e alle lingue della loro terra” afferma Gerardo Monizza, editore di Nodo Libri, uno degli organizzatori degli eventi. Due grandi concerti di suoni differenti e armoniosi, quali sono quelli dei versi in dialetto e quelli di poesie recitate nella lingua originaria, senza il “tradimento” della traduzione. “Abbiamo più di quaranta persone che si sono iscritte alla prima manifestazione e che reciteranno le loro poesie. Dodici fra loro declameranno versi in dialetto comasco e nelle varie sfumature dei dialetti tipici di ogni paese del lago. Gli altri vivono tutti ormai da anni in territorio lariano, ma reciteranno poesie delle loro zone di origine e saranno rappresentate tutte le regioni italiane, con le diversità linguistiche che si colgono anche tra le parlate di una stessa zona. Infatti per alcune regioni, come la Sicilia e la Sardegna, abbiamo più di un novello rapsode. Anche l’avvocato-scrittore Beppe Puntello si cimenterà nella recitazione di due poesie composte da un suo conterraneo. Poi avremo dialetti campani, calabresi, venti, il vernacolo toscano, eccetera. Tutti possono partecipare, pure se arrivano all’ultimo momento: basta cha portino la poesia del cuore e la traduzione, anche in prosa. E, dato che l’evento si svolgerà durante tutto il pomeriggio, chi recita una poesia o più potrà tornare, così potremo avere alternanza di voci. Il piemontese reciterà con il sardo e poi potrebbe trovarsi a recitare con l’abruzzese che a sua volta potrà recitare col ligure o con il pugliese, tanto per fare qualche esempio ”continua Monizza .“Varietà di suoni e sfumature di versi poetici che solo chi veramente conosce e sa parlare i dialetti riesce a far apprezzare anche a chi non ha dimestichezza con queste lingue”. D’altra parte, la poesia , come afferma il poeta Franco Loi nella nota introduttiva a Nuovi Poeti Italiani (Einaudi editore) “E’ in un certo senso indifferente alle lingue , essendo per sua natura una lingua particolare , fondata sulla stretta connessione, nella parola, tra emozione e sonorità, energia, segno, e condizionata, nella sequenza del verso, dalla preesistenza di un ritmo(…) e la poesia in dialetto fa corpo unico con la poesia in lingua nazionale”. Il dialetto infatti costituisce un arricchimento per l’italiano stesso, in quanto ha il pregio della concretezza e della precisione. E’ importante che il dialetto sia ancora la lingua nella quale si esprimono anche oggi tanti poeti. La poesia ha bisogno di una lingua non troppo usata e convenzionale, proprio perché le parole acquistano un valore altamente simbolico, evocativo. E attraverso questo genere letterario si possono mantenere vivi i dialetti locali, vigorosi, incisivi; la poesia in dialetto ha il pregio di creare empatia, coinvolgere, suscitare forti sensazioni ed intense emozioni in coloro che la sentono recitare. Domenica 27 sarà invece dedicata alle “voci lontane”: cittadini stranieri che vivono a Como, che ogni giorno incontriamo nella nostra città, con i quali parliamo, ma che “raramente ci offrono la possibilità di ascoltare la musicalità che la poesia conferisce alle loro lingue. Sarà per noi italiani un modo per ascoltarli e per loro di farsi ascoltare attraverso il ritmo e il suono del linguaggio poetico” sottolinea Monizza. Rappresentano vari paesi del mondo: sono circa una trentina , gahanesi, egiziani, palestinesi, israeliani, americani, colombiani, turchi, russi, ucraini, svedesi,polacchi, montenegrini, catalani. C’è un giovane americano Jon Stavenhagen, con una straordinaria predisposizione per le lingue, che oltre a recitare alcune poesie dell’Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters, ha chiesto di declamare versi in dialetto comasco perché “lo conosce meglio di tanti nostri concittadini” .C’è un anziano medico ungherese Luckas, che reciterà una delle poesie da lui stesso composte e lo stesso faranno due gentili signore, poetesse, una polacca e una spagnola. E sarà un incontro di voci e culture, un modo per conoscersi , comprendersi ,dialogare anche nella diversità, uniti dalla bellezza universale della poesia.