E’ già un traguardo arrivare in finale ad un premio che è tra i più importanti , e non solo in Italia….
http://www.marioluzi.it/il-premio/bando-concorso-poesia/albo-doro.htmlPREFAZIONE di Maurizio Chucchi
In questi suoi nuovi versi, che vengono a costituire
un vero e proprio libro organico, efficace anche nel
progetto, nel quadro dei suoi rimandi e delle sue simmetrie
interne, Laura Garavaglia parrebbe muoversi
in oscillazione tra due poli imprescindibili: da una
parte un vivo desiderio di conoscenza autentica, non
banale, non realizzata su moduli preesistenti; dall’altra
il vibrare dell’emozione o dell’ansia, dell’angoscia,
a tratti, o della gioia a volte, dell’esserci. Come dire,
in fondo, che nell’onestà della reale esperienza personale,
il poeta puòconiugare intelligenza del mondo e
slancio (o approfondimento) lirico. Non è facile, s’intende,
ma in questo suo nuovo libro, Garavaglia si
serve, con umiltà e passione al tempo stesso, di un
nuovo importante strumento, assai poco praticato, in
genere, dai poeti: e cioè quello della parola scientifica,
in grado di proporre strade di apertura pressoché
inedite all’espressione letteraria, e in grado di offrire,
anche, spunti linguistici, metafore implicite, similitudini,
di eccezionale risalto e novità. Verosimilmente
si tratta di una via destinata a sempre maggiore successo,
e in questo Laura Garavaglia riesce a porsi in
una posizione, se non di avanguardia, di molto evidente
tempestività.
Quello che poi conferisce ulteriore solidità a questo
suo nuovo lavoro (che appare, tra l’altro, dopo non
molto tempo dal precedente libro, a testimoniare un
momento di particolare inquietudine e fervoreespressivo nell’autrice), è nella sobria compostezza
dello stile, nella quasi austera gestione dei mezzi, nel
carattere persino tagliente della pronuncia e nell’eleganza
sottile delle scansioni. Potremmo dire che
Laura Garavaglia rinuncia a ogni idea di gentile
abbellimento, di grazia sinuosa, di aerea leggerezza,
per puntare tutto sulla necessità di incidere nella
pagina i segni di un proprio graduale, tortuoso, difficile
cammino di nuove acquisizioni, di nuovi brandelli
di conoscenza, spesso affioranti, con lacerazioni
interne, dal dolore della quotidianità. E si tratta di un
cammino che procede nella consapevolezza che il
nostro singolo destino è in effetti ben poco… singolare,
che ognuno galleggia come meglio puònella
fisicità mirabile e orrenda della propria condizione,
essendo tutti noi precariamente in equilibrio “sulle
onde dei nostri quantici destini”. Insomma, un notevole
passo avanti compiuto da Laura Garavaglia nel
suo complesso itinerario, che possiamo ben definire
lirico, secondo un’accezione, s’intende, utilmente
aperta e aggiornata del termine.