Non è facile parlare d’amore, figuriamoci scrivere d’amore. Eppure in questo suo canzoniere, La luna negli occhi, Ottavio Rossani è riuscito a farlo con leggerezza e profondità al contempo, narrando una storia o, anche, dipingendo un quadro dove mai il colore sbava o eccede, dove compostezza ed equilibrio rendono vere e sincere le mille sfaccettature di questo ineffabile sentimento. Canzoni, Racconti, Richiami, Sipario: nelle quattro sezioni in cui il libro è diviso, si intravede già quello che la poesia saprà cantare e narrare. Un amore incendiato da momenti esaltanti, complice l’atmosfera parigina, cullato da paesaggi marini straniati, intuito al tavolo di un ristorante, rafforzato dalla rassicurante routine della vita quotidiana, trepidante nei momenti della separazione, alimentato dai ricordi che fissano nella memoria la figura dell’amata in tanti, diversi ritratti o forse meglio istantanee che ne ricostruiscono la muliebre bellezza e la poliedrica personalità. E alla fine, come in una rappresentazione teatrale, cala il sipario. La donna amata scompare, troppo presto e in modo troppo drammatico viene a mancare al poeta quella parte di sé colmata dalla presenza di lei. Ma se dobbiamo rinunciare alla fisicità, non per questo l’amore, che sublima ogni esperienza reale, deve venir meno. L’amore è il filo rosso che lega i versi di questa raccolta a quelli del secondo libro di cui il poeta parlerà, Soverato. Sono poesie scritte tra la metà degli anni Settanta e oggi, alcune edite e altre inedite, dalle quali emerge in modo evidente il legame profondo alla propria terra, la “dolce e amara” Calabria. Liriche che evocano immagini vivide, dove il paesaggio si fonde con i moti dell’animo del poeta, scandisce il tempo del vissuto. L’amore è il sentimento principe nella nostra vita, senza il quale la vita stessa sarebbe un tunnel buio e privo di speranza. È anche il sentimento più complesso, perché molteplici sono le sfumature che lo caratterizzano: gelosia, passione, desiderio, tenerezza, dolcezza. Rossani evita di dare definizioni dell’amore, ne evidenza con immagini penetranti le contraddizioni, le zone di luce e di ombra, l’entusiasmo e la delusione, la gioia e il dolore. Nella raccolta Soverato il paesaggio della Calabria, terra di luce e di aspra bellezza, sembra personificarsi e fondersi, quasi, con la figura della donna amata legando in tal modo i due libri con continui echi e rimandi. L’amore, sembra dirci il poeta, ha confini labili e presenta mille sfaccettature ed è “misura del senso della vita”, come scrive il filosofo Umberto Galimberti. E questo mi pare il messaggio che arriva al lettore da questi due raccolte: sentimento che rifiuta ogni genere di calcolo, che vive e si alimenta della propria forza, che si basa, quando è vero, sull’autenticità e la sulla sincerità. Amore come possibilità di realizzarsi in rapporto all’altro, nello spazio intimo di una relazione di coppia ma anche fondamento della solidarietà, di quel “sentirsi parte di una comunità che riconosce i diritti,/praticare l’amicizia con il diverso che respinge la pietà”.
Laura Garavaglia