Con la raccolta d’esordio “Memoria Liquida” l’autore romano mette in pratica il tempo della poesia fatto di attesa che sfocia nell’ “adesso” insopprimibile del raccontare. Tratto da L’ORDINE del 4/07/2010
Credo che la poesia abbia un suo tempo di maturazione, approfondimento, decantazione. Un tempo che è poi quello della nostra vita, perché oggetto della poesia è la vita stessa , con il fardello di esperienze buie e luminose che riserva a ognuno di noi, i ricordi che si imprimono nella memoria , fissati tra lo scorrere indistinto delle cose nel percorso più o meno breve della nostra esistenza. “Noi siamo ciòche ricordiamo”, ha scritto Mario Luzi. La poesia fa rivivere il ricordo, fissandolo in un universo senza tempo, la memoria individuale si amplia, si fa coscienza collettiva. Un poeta puòesordire anche in età matura. Puòdecidersi a pubblicare ciòche ha scritto durante gli anni , magari cancellando, sfrondando, variando i propri versi alla luce di esperienze nuove. Puòdeciderlo solo “adesso” perché prima, forse, non si sentiva pronto a condividere con altri l’intima esperienza della propria esistenza. Forse perché il vissuto di ognuno di noi deve appunto sedimentare, trascolorare nella memoria per farsi poesia . E, in genere, questi esordi in età matura sono felici, proprio perché la vita ci ha concesso un tempo per elaborare dolore, gioia, amore, paura, angoscia. Massimo Gallo, poliedrico artista romano, ci offre una testimonianza forte, intensa, energica di questo “tempo” della poesia. Ha sperimentato, nell’arco di un ventennio, linguaggi diversi, dalla pittura alla prosa, racconti e monologhi per il teatro, per approdare alla poesia. Ha pubblicato la sua prima raccolta di versi “Memoria Liquida” con la Casa Editrice Stampa di Varese , ne “La Collana” , a cura di Maurizio Cucchi (che annovera “perle” quali raccolte di versi di poeti famosi, quali Giancarlo Majorino, Mario Santagostini, Vivian Lamarque e dà spazio a poeti del nostro territorio, come Pietro Berra). Maurizio Cucchi ha scritto anche la prefazione di questo libro dall’elegante veste grafica e dal contenuto che narra l’esperienza di una vita in continua lotta, alla ricerca di un centro di gravità in un’ epoca dove ogni certezza sembra vacillare. La poesia è sicuro approdo, vasta oasi entro cui l’autore sa muoversi agevolmente “su territori diversi senza compiacimenti e senza perdere tensione”, come viene messo in rilievo nella prefazione. Alla luce della memoria, “liquida” perché i ricordi fluttuano nel nostro inconscio costantemente, l’autore ha il coraggio di affrontare con vigore ed energia la realtà, il caos magmatico di un presente trasudante contraddizioni, indifferenza, angoscia, violenza. Lo fa con tensione irrequieta, senza cedimenti, o sentimentalismi, perché sa che è l’unico modo per vivere secondo coscienza. Ed ecco i Mille ricordi che danno il titolo alla poesia e che l’autore rivive nel momento dell’incontro casuale con un amore della giovinezza, ai quali si somma “un ricordo in più” da conservare nella memoria. Ecco la solitudine e la lucida percezione dell’assenza di una persona cara vissute con dolorosa consapevolezza e rese ancora più acute dalla inutile frenesia del quotidiano”, guardarsi intorno e capire che “tutto è troppo veloce,/ inutilmente veloce”, scolpite nei versi di Vivere non attende. Ecco, una denuncia indiretta, priva di qualsiasi retorica, dell’assurdità di ogni guerra, quando descrive la meticolosa, lucida e agghiacciante preparazione della postazione, in 140 centimetri da terra e dell’arma con la quale un cecchino mirerà al cuore di un adulto o alla testa di un bambino. O la pena infinita che suscitano i versi di Cartoon, nei quali Gallo fa riflettere sul dramma così attuale dei suicidi tra adolescenti con estrema delicatezza. Sa che il dolore, presenza costante e inquietante della nostra esistenza, non va evitato, ma va guardato in faccia , fronteggiato, combattuto,elaborato perché “ognuno di noi/ha mille lacrime da indossare”, come ci illumina la poesia intitolata, appunto, Mille lacrime. La volontà di reagire con forza ai drammi, all’assenza di punti stabili, a una realtà frantumata in mille dimensioni spesso inquietanti, a tratti lascia spazio all’angoscia, a un ansia irrisolta, a fantasmi e incubi che emergono da alcuni componimenti, come la trilogia intitolata Ol3 – Oltre. L’autore, utilizza con competenza il registro lirico; ha padronanza del linguaggio poetico che tuttavia nei suoi componimenti acquista una tensione naturale al racconto. In quella corsa contro il “tempo che mangia la vita”, come ci ricorda Baudelaire, la vita stessa “non attende” scrive Gallo. I suoi versi trasmettono coraggio “eroico”, caparbia volontà di non soccombere al nostro tempo, ma lottare per essere padroni della propria vita, cercare in ogni modo che anche la vita si arricchisca di attese.