Scrivere oggi romanzi d’avventura per ragazzi è già tentare l’avventura . Bisogna fare i conti con i gusti delle nuove generazioni di adolescenti, figli di un’epoca in cui l’immagine preconfezionata pare aver trionfato sulla parola scritta, lasciando poco spazio a fantasia e creatività. Tratto da L’ORDINE del 28/08/2009
Silvia Molteni Majocchi, ventiquattro anni, occhi chiari e vivaci e tratti del viso delicati, nata in una famiglia di noti imprenditori edili di Como, ha deciso di dedicarsi al mestiere di scrivere , difficile, certo, ma appagante, per chi , come lei, dotata di tenacia e volontà, ha scoperto questa vocazione sin da quando frequentava il Liceo Classico Volta con brillanti risultati, applicandosi in tutte le materie per amore della conoscenza e perché – afferma – “sono una perfezionista e se mi impegno in qualunque cosa, devo farla bene fino in fondo”. Già sui banchi del liceo si cimentava in racconti e novelle destinate a bambini e adolescenti, formandosi sui classici di questo genere che predilige perché sono storie che permettono di sognare, di evadere, anche se solo per breve tempo, da una realtà oggi più che mai difficile da affrontare, soprattutto per i giovani. Perché la fantasia aiuta “a rimanere un po’ bambini”, a mantenere una freschezza nel cuore e nella mente che col tempo, altrimenti, ci abbandona. Ha deciso, nonostante le insistenze dei suoi familiari, di non seguire la strada intrapresa dal nonno e dallo zio, perché – sostiene con convinzione – “non avrei potuto passare la vita a costruire case, non era ciòche volevo”. E dato che Silvia ha bisogno di “dedicarsi anima e corpo” a ciòin cui crede ha scelto di studiare ciòche tanto ama, filosofia, all’Università Statale di Milano, per acquisire una forma mentis che “ti permette di affrontare e approfondire qualsiasi ambito del sapere”. Dopo la laurea ha trascorso un anno a New York per studiare sceneggiatura alla New York Film Academy , dato che anche la storia del cinema l’appassiona; ha scritto diverse sceneggiature per i cosiddetti “corti” e si è classificata ai primi posti in Italia al NISI MASA , un concorso per i migliori cortometraggi. Ha pubblicato a luglio, con il Gruppo Albatros – Il Filo, nella collana Imago-Nuove voci, il suo primo romanzo per ragazzi, “Adam Turner e il pirata Denti d’oro”, con copertina da lei stessa illustrata; è acquistabile presso ogni libreria fornita da Ugo Mursia e on line sui siti Webster, Bol.it, IBS e ordini@ilfiloonline.it . Narra la storia di un ragazzino senza famiglia, ospitato in un grande orfanotrofio in compagnia di altri tanti bambini sfortunati come lui , in balia di un’arcigna direttrice. Grazie ad un libro dedicatogli dal padre – che non ha mai conosciuto – al suo ingegno e con l’aiuto di alcuni coetanei, anch’essi rimasti senza genitori, riuscirà ad affrontare mille peripezie e a superare altrettante difficoltà, alla ricerca di un tesoro nascosto e rimarrà coinvolto in una serie di avventure che trasportano il lettore, ad ogni capitolo, in altrettante dimensioni fantastiche: il triste e grigio orfanotrofio, ravvivato tuttavia dalla vivacità de piccoli ospiti, il lugubre e triste maniero del perfido Mac Cold, la fuga rocambolesca attraverso l’oceano seguita da un naufragio, la misteriosa isola di Vulcano. Creatività ed astuzia colorano i piani architettati dai simpatici ragazzini, coraggio e lealtà sono alla base della loro amicizia, ma nel loro modo di agire, di pensare si individuano anche tutte le incertezze e le paure che si avvertono nel delicato, difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Un romanzo scorrevole, una gradevole lettura, questa prima opera della giovane comasca,che tuttavia induce alla riflessione. Silvia ha tanti progetti per il futuro: le piacerebbe lavorare presso una casa editrice per ragazzi e vorrebbe frequentare un master di editoria e scrittura creativa a Londra. E’ legata anche a Como, dove ha la sua famiglia, gli amici, luoghi a lei cari e tanti ricordi. Ma, come ogni giovane brillante, desideroso di realizzare i propri sogni, avverte la necessità di vivere esperienze di lavoro e di vita che la porteranno, probabilmente,lontana dalla sua città. Auguriamo di cuore a Silvia e a tutti i giovani che, come lei, non hanno paura di mettersi in gioco confidando nelle proprie capacità, tanta fortuna.