Il Lario sembra riscoprire il mito della Bella Époque: oltre che alla pittura, con la bella mostra di Boldini a Villa Olmo che si chiuderà domenica, alla moda con gli incontri organizzati nei mesi scorsi dalla Fondazione Antonio Ratti e dedicati alle figure femminili che con la loro eleganza o stravaganza hanno caratterizzato i decenni tra Ottocento e Novecento, l’attenzione è rivolta a un genere musicale che proprio durante quell’epoca dorata ebbe la maggior popolarità, coincidendo con l’affermarsi dello spirito borghese : l’operetta. Tratto da L’ORDINE del 22/07/2011.
A portare sulla scena questo genere particolare, ibrido tra opera lirica e commedia, saranno questa sera alle ore 21 a Canzo nell’anfiteatro di Villa Rizzoli il soprano canzese Cristina Gilardoni che si è perfezionata a New York con il Maestro Carlo Faria, direttore d’orchestra ed allievo di Arturo Toscanini, e il tenore Andrea Binetti, uno dei massimi esperti della “piccola lirica” , accompagnati dal violinista Paolo Venturini , dalla percussionista Francesca Sgarbossa e dal pianista Marco Rossi che affianca un’intensa attività concertistica e pubblicistica a una costante ricerca musicologica. “Tu che m’hai preso” il cuor è il titolo del gala durante il quale il pubblico avrà il piacere di ascoltare arie e duetti da alcune della più famose operette italiane e straniere, come per esempio “Scugnizza” di Costa, “Il paese dei Campanelli” di Ranzato, “Orfeo all’inferno” di Jacques Offenbach, “Cavallino Bianco” di Ralph Benatzky e la “Danza delle libellule” di Franz Leàhrd. La serata è organizzata dall’Associazione “Non Solo Turismo” in collaborazione con il Rotary Club Erba Laghi.Nata in Francia alla metà dell’Ottocento soprattutto grazie all’ intensa attività di Jacques Offenbach e diffusasi in seguito a Vienna e a Londra, l’operetta abbandonòdurante la Bella Époque le caratteristiche “nazionali” per assumere un carattere cosmopolita, derivante dall’operetta mitteleuropea di lingua tedesca, a sua volta nata da quella viennese (tra gli autori detti “danubiani” l’austrico Joahn Strass, il boemo Franz Lehàr e l’ungherese Emmerich Kalman furono tra i più importanti e rappresentativi dell’epoca ). E’ un genere musicale che, come sopra accennato, nacque in coincidenza con l’affermazione della borghesia, espressione del gusto e dei piaceri della mondanità di una classe sociale in ascesa, che guardava con fiducia e ottimismo al processo di industrializzazione e al progresso in ogni campo. Ebbe particolare sviluppo durante quel periodo di relativa pace, benessere e fervore culturale e artistico denominato appunto Bella èpoque, che tramontòcon gli orrori della Prima Guerra Mondiale. Anche in Italia l’operetta nacque dall’importazione francese e viennese, affermandosi tuttavia con un certo ritardo e con esiti minori rispetto agli altri paesi. Gli anni di maggior successo di questo genere musicale furono quelli compresi tra il 1910 e il 1930 e i principali compositori nazionali furono il pugliese Mario Costa autore, oltre che di “Scugnizza”, di “Mimì Pompon”, “Capitan Fracassa” , “Posillipo” e “Re delle Alpi”, dell’elbano Giuseppe Pietri, che scrisse numerose operette tra le quali “Addio Giovinezza”, “’Acqua cheta”,”La donna perduta”, “Primarosa”, “Rompicollo “ e “L’isola verde” e Virgilio Ranzato. Questo autore ha un interesse particolare per Como: trascorse infatti gran parte della sua vita sulle sponde del nostro lago, a Moltrasio e il Conservatorio “G. Verdi” custodisce il Fondo Virgilio e Attilio Ranzato che raccoglie un gran numero di partiture inedite, autografi, cimeli vari e documentazione cartacea della vita del compositore e del figlio Attilio, che seguì le orme del padre, oltre al pianoforte sul quale Virgilio scrisse tutte le sue opere tra le quali “Il paese dei Campanelli” e “Cin ci là”, le più famose.Già il termine operetta sembra nel diminutivo declassare a rango inferiore questo genere musicale, oggi ingiustamente quasi dimenticato. E a torto, se si pensa che proprio dall’operetta sono nati la rivista e il musical.Pur derivando in parte dal teatro minore di prosa in cui venivano inserite parti musicali, in particolare dal “vaudeville” e dal “mélodrame” francesi, è un genere che ha peculiarità e storia proprie, una forma di spettacolo che assunse nel tempo una sua fisionomia.La trama semplice in genere di carattere gioioso, in cui canto e recitazione si alternano, le scene ricche di suggestione, la vivace e allegra orchestrazione , la musica leggera e orecchiabile ne fanno una forma di spettacolo distensivo la cui componente principale è il divertimento e quindi priva di finalità di carattere morale o ideologico. Eventi come quello di questa sera hanno la finalità di far apprezzare questo genere musicale ad un pubblico sempre più ampio. L’operetta merita di essere riscoperta , oltre che per il valore artistico, perché racconta , tra amori, tradimenti e passioni, un periodo importante della nostra storia .E per dare la possibilità a giovani musicisti e cantanti lirici di approfondire la conoscenza di questo particolare genere musicale, il Maestro Marco Rossi con il tenore Andrea Binetti, in collaborazione con il Conservatorio di Como e l’Associazione Internazionale dell’Operetta – Friuli Venezia Giulia, hanno organizzato sin dallo scorso anno presso il Conservatorio “G.Verdi” una master class di “piccola lirica”; le prossime lezioni si terranno ad agosto: una iniziativa che si spera possa continuare nel tempo e che costituisce una occasione da non perdere per l’approfondimento della cultura musicale di tanti giovani.