Se avete un’amica parrucchiera che, di tanto in tanto, viene a farvi una messa in piega a domicilio, magari anche solo perché non avete tempo di andare dal coiffeur, da oggi scordatevi questa comoda possibilità. E dimenticate pure taglio, meches, colore o manicure e pedicure comodamente sedute a casa vostra. I consiglieri regionali ci vogliono spettinate e con piedi e mani in disordine. Tratto da L’ORDINE del 22/09/2011.
Una nuova normativa della Regione impone infatti agli acconciatori obblighi precisi relativi a orari, norme di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro, viene definita la loro prestazione professionale (che comprende anche la possibilità di fare manicure e pedicure estetico). Inoltre per esercitare la professione dovranno avere un titolo abilitazione rilasciato dalle commissioni provinciali dell’artigianato.Fin qui, nulla da eccepire. Ma ecco la buccia di banana su cui la normativa scivola e quindi cade in modo un po’ ridicolo. Si vieta ai parrucchieri di svolgere l’attività fuori dal proprio negozio, tranne nel caso che il cliente sia ammalato. Scusate, ma mi spiegate come si fa a sindacare la vita privata di una persona, cioè verificare se la signora che ha bisogno di una messa in piega o di una manicure o pedicure a domicilio è ammalata o no? E poi, che cosa intendiamo per malattia?Per esempio, una signora anziana che ha qualche difficoltà a camminare, ma per il resto sta benone, e ha tanti vantaggi a farsi lavare e tagliare i capelli a casa sua o a farsi fare una pedicure, non ha forse diritto a questo servizio? E, altro esempio, perché una neomamma che non ha possibilità o non vuole lasciare sia pure per poche ore il suo bambino ad altri, non potrebbe farsi fare messa in piega e manicure a casa, pronta a intervenire se il piccolo si mette a piangere?Forse la legge è stata fatta per colpire eventuali prestazioni “in nero”, che alimentano l’evasione fiscale. Ma allora non si capisce la distinzione tra prestare un servizio del genere a un ammalato o a una persona sana. Ma, scusate, se una parrucchiera è regolarmente iscritta alla Camera di Commercio, perché mai, rilasciando fattura, non puòsvolgere la sua attività sia che venga chiamata da una cliente “sana” sia da una ammalata? E nel caso tentasse di evadere le tasse, perché non dovrebbe farlo allo stesso modo prestando un servizio a chi sta bene e a chi invece sta male?C’è da scommettere che una vera e propria epidemia si diffonderà tra tante signore, soprattutto anziane, decise a non rinunciare a questo comodo servizio a domicilio. Fingeranno di essere ammalate, tanto, chi puòverificare che sia vero o no? A meno che non si affianchi un medico alla parrucchiera ogni volta che va dalla cliente.Immaginate la scena: “Pronto, scusi, ho l’influenza. Puòvenire a casa a tagliarmi capelli?”“Sì, signora, arrivo col dottore!”. E il dottore verificata la pressione, auscultato con il fonendoscopio, misurata la febbre, deciderà se la signora che ha visitato potrà avere almeno “la testa a posto”, visto che il corpo non lo è, grazie a taglio, colpi di sole e piega oppure se, in buona salute, dovrà salutare la parrucchiera e accontentarsi di lavarsi e pettinarsi da sola i capelli.O forse gli zelanti consiglieri regionali hanno voluto in questo modo stabilire degli obblighi precisi per quanto riguarda le norme relative all’igiene. Usare forbici, limette, tronchesini, pinzette puòessere pericoloso se non sterilizzate in modo adeguato. Peròa questo punto entra in gioco la professionalità dell’acconciatore, che dovrebbe garantire il rispetto delle norme igieniche sia in negozio che a casa dei clienti. Ma questa è un’altra storia. E ancora mi chiedo, se è pericoloso per una persona in buona salute che gli strumenti del mestiere non siano sterili a maggior ragione questo pericolo si presenta per coloro che sono debilitati da una malattia. In buona sostanza, da un punto di vista strettamente igienico, farsi fare la pedicure o la manicure, farsi lavare e tagliare i capelli da un parrucchiere a casa propria non è la stessa cosa di quando i capelli ce li laviamo da soli o quando ci tagliamo le unghie dei piedi e delle mani? Penso che ognuno di noi a casa propria ami vivere nel pulito!è proprio vero, certe leggi nascono “disordinate”, come spettinate e disordinate ci vorrebbero gli esimi consiglieri regionali.