“Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”. Tratto da L’ORDINE del 29/10/2009
Con questa affermazione lo scrittore Gianni Rodari sintetizzòin modo illuminante il significato profondo di questo genere letterario,la cui lettura è indispensabile durante l’infanzia e la preadolescenza, perché attraverso le descrizioni dei personaggi e delle loro vicende, bambini e ragazzi possono capire cosa sta accadendo dentro di loro, prendere lentamente coscienza di se stessi, crescere in modo armonico ed equilibrato sotto ogni aspetto: affettivo, cognitivo, sociale,ecc.“Un viaggio attraverso le fiabe” è il titolo dell’incontro che si è tenuto ieri a Palazzo Natta a Como, organizzato dalla Banca del Tempo, dove sono stati presentati alcuni racconti per bambini della scrittrice e giornalista Federica Rossi, che all’universo infantile ha rivolto la sua attenzione da anni. Le fiabe sono considerate dagli adulti un genere letterario riservato all’infanzia. Le leggono ai figli, ai nipoti, senza prestare attenzione ai profondi significati che esse racchiudono sotto un linguaggio semplice, comprensibile a tutti. Poi,quando i bambini crescono, i libri di fiabe vengono dimenticati sugli scaffali meno accessibili o nei bauli delle soffitte. Le fiabe hanno origini antiche, affondano le loro radici nel mito e nelle leggende popolari che si sono tramandate da una generazione all’altra, arricchendosi di volta in volta di nuovi contenuti nati da reali esperienze di vita; ripercorrono sentimenti legati al lungo cammino dell’umanità. Ogni racconto fiabesco rivela una possibilità di affrontare le difficoltà e i problemi dell’esistenza con semplicità e serenità, trasfigurando gli eventi reali in una dimensione fantastica e magica. Ciascun bambino puòidentificarsi nel protagonista della storia narrata e in questo modo capire che nella vita ad ogni problema c’è una soluzione, che streghe e maghi, orchi e draghi possono essere sconfitti, boschi impenetrabili e castelli inaccessibili possono essere attraversati e conquistati.I piccoli arricchiscono inoltre la propria fantasia, immaginando personaggi e luoghi narrati, senza che vengano loro sempre fornite,come oggi sempre più spesso accade,immagini preconfezionate dalla televisione e dai videogiochi.Le fiabe sono utili anche agli adulti, perché, per le loro caratteristiche, per esempio l’indeterminatezza temporale, sono legate alla dimensione onirica e quindi all’inconscio, scavano nel nostro io più profondo e possono aiutare a superare tensioni e angosce irrisolte, mali che si insinuano lentamente, come un cancro nell’anima e portano spesso a situazioni di depressione. Narratori come i fratelli Grimm e Charles Perrault ci hanno dato versioni letterarie di racconti appartenenti alla più fervida tradizione popolare tedesca e francese, Hansel e Gretel, Biancaneve, Cappuccetto Rosso e tante altre storie che hanno arricchito le nostre fantasie infantili;Hans Christian Andersen ha ideato e scritto fiabe originali – I vestiti nuovi dell’imperatore, Il brutto anatroccolo, La Sirenetta, per esempio – che hanno colmato di immagini e di sogni le sere di quando ero bambina, e la televisione in bianco e nero era tassativamente vietata oltre l’ora canonica del Carosello. Ho letto, insieme ai miei figli, quando erano piccoli, Pinocchio di Collodi, Fiabe Italiane di Calvino e Fiabe al telefono di Gianni Rodari e ho rivissuto attraverso la curiosità fresca ed ingenua che traspariva dalle loro domande quei momenti magici che appartengono solo al mondo infantile e che avevo dimenticato. E mi è tornata in mente, una affermazione breve, poetica ed assolutamente vera di Antoine de Saint –Exupéry autore de Il Piccolo Principe , capolavoro della narrativa per l’infanzia : “Tutti i grandi sono stati bambini una volta .(Ma pochi di essi se ne ricordano)”.