“Tu quoque Brute, filii mihi! Chi di noi, almeno una volta nella vita, non è stato tradito..o non ha tradito? Pensate quante svolte della nostra vita, affettiva o professionale, sono state segnate dall’esperienza del tradimento, subito..o messo in atto. Molte di queste svolte sono diventate tappe fondamentali, incise a fuoco nel nostro cuore e nel vostro cervello proprio perché toccate dall’ala incandescente del tradimento. Tratto da L’ORDINE del 10/11/2009
La storia stessa, quella con la esse maiuscola, ha subito le accelerazioni più memorabili sotto le spinte dei traditori. Eppure i loro nomi vengono ricordati di rado. Provate a pensarci: conoscete i nomi di personaggi traditori storicamente esistiti?… non molti vero? Vi diròio il perché, citando le parole scritte nel sedicesimo secolo da Sir HYPERLINK “http://it.wikiquote.org/wiki/John_Harington” o “John Harington” John Harington “Il tradimento non trionfa mai: qual è il motivo? Perché se trionfa, nessuno osa chiamarlo tradimento”. Il breve brano è tratto dal copione di “Tradimenti” ,singolare monologo in un atto del regista ed attore Christian Poggioni, giovane comasco con una formazione di tutto rispetto in ambito teatrale: diploma in recitazione presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano fondata da Giorgio Strehler – sotto la regia del quale recita in vari spettacoli, “La Tempesta”, “Così fan tutte”- master in regia alla School Cinematic Arts della University of Southern California di Los Angeles, una lunga esperienza come attore diretto da registi del calibro di Peter Stein ed esperienze in diverse produzioni cinematografiche e televisive, tra cui la lariana soap opera “Vivere”. “Tradimenti” è un originale percorso storico e letterario che, partendo dalla vita e dalle opere di personaggi celebri, Erodoto, Catullo, Boccaccio , Manzoni, Cechov, Karen Blixen, Gandhi e Totò, mette in scena, con toni ora drammatici ora comici, un’esperienza che, da qualsiasi sentimento abbia avuto origine, ha accompagnato la storia della civiltà. La forma di tradimento più radicata nell’immaginario collettivo, è il tradimento d’amore. Perché è un’esperienza che molti di noi hanno vissuto. Si tradisce perché un rapporto si logora, si appiattisce, perché non riceviamo più dal partner attenzioni, perché non riusciamo a vivere più forti emozioni o perché scopriamo che nel tempo le nostre aspettative nei confronti dell’altro sono state deluse. Rabbia, gelosia,dolore, sconforto imprigionano l’animo di chi viene tradito, lo corrodono come acidi giorno dopo giorno; chi è tradito non capisce, o finge di non capire la motivazione di un gesto che ritiene ignobile e crudele. Il tradimento assume oggi tinte grottesche, come leggiamo in questi giorni sui quotidiani:chi lo subisce non ha neppure la possibilità di potersi chiedere se e dove ha sbagliato, per correggere il tiro e cercare di ricostruire un legame distrutto, dato che il soggetto con cui si tradisce è una sorta di chimera sessuale. Adamo, trascinato da Eva, rompe il patto siglato col Signore, l’uomo tradisce Dio e per questo precipita nel peccato originale. Giuda, per avidità, consegna ( e in questo verbo è racchiuso l’etimo di tradire, che deriva appunto dal latino trādere , consegnare) Cristo ai suoi aguzzini con un gesto, un bacio, che appartiene all’amore e all’amicizia e si trasforma in un atto meschino ed odioso che fa di lui l’archetipo del traditore, anche se da quel gesto vile, esecrabile nasce il più alto atto d’amore testimoniato dai Vangeli. Col ratto di Elena, Paride calpesta le leggi che regolano i sacri rapporti di ospitalità: Elena tradisce il marito Menelao e Paride tradisce la fiducia del re che lo ospita, trasferendo nel mito la guerra di Troia. Erodono nelle “Storie”descrive il tradimento che portòal sacrificio dell’eroe Spartano Leonida e dei suoi trecento soldati, per contrastare le armate del re persiano Serse: “Proprio quando il re non sapeva più che fare in quel frangente, gli si presentòun abitante della Malide, Efialte figlio di Euridemo, certo convinto di ricevere da lui qualche grande ricompensa, e gli parlòdel sentiero che portava alle Termopili attraverso i monti; e così segnòla fine dei Greci che là avevano resistito”. Marco Bruto e Caio Cassio tradiscono Cesare, e il figlio adottivo vibrerà sul corpo del grande condottiero l’ultima pugnalata mortale, come testimoniato da Plutarco nelle “Vite Parallele”. Dalla storia antica a quella contemporanea, Poggioni porta sulla scena l’orrore che ha segnato la disfatta dell’armata tedesca a Stalingrado, nel 1943, attraverso alcune toccanti lettere scritte da soldati poi caduti perché traditi da Hitler e dalla loro stessa patria, destinati ad essere annientati, senza armi né munizioni, uccisi dal gelo micidiale dell’inverno russo, perché “Dove il soldato tedesco mette piede, là resta!”. Il Mahatma Gandhi , riuscirà a liberare il suo popolo dalla dominazione dell’impero britannico grazie alla forza della non violenza da lui predicata. E verrà ucciso da un estremista indù, Nathuram Godse. Sono solo alcuni celebri o sconosciuti traditi che la storia ci ha tramandato,esempi di uomini che si sono esposti in prima persona per una causa giusta, “perché darsi alla vita, avere il coraggio di mettersi in gioco, porta ad incontrare il tradimento, momento drammatico dell’esistenza, esperienza che ha il significato di un rito di iniziazione” afferma l’attore comasco .La letteratura è costellata da storie di tradimenti: Gano di Magonza, Jago, il Griso tradiscono per invidia, per odio, per denaro. Andrej, nel dramma di Anton Cechov “Tre sorelle” , dopo aver rinunciato ad una brillante carriera accademica, si innamora e sposa Nataša, invisa alle sue sorelle, che si rivelerà volgare e lo tradirà con il suo capoufficio. E’ un inetto alla vita, non reagisce e finge di nulla, e tradito, tradirà se stesso. Perché la rinuncia, il rimanere nell’ombra , il rifiuto di mettersi in gioco per paura o viltà è la forma di tradimento più subdola e meschina. Karen Blixen, autrice di numerosi libri tra cui, il più noto al pubblico, “La mia Africa”, ha dato un grande esempio di coraggio e ci ha insegnato come si possa fare tesoro anche di un’esperienza dolorosa e devastante, se siamo disposti a rischiare. Quando viveva in Kenya, fu più volte tradita e alla fine abbandonata dal marito che le aveva trasmesso la sifilide. Il tradimento non minò, anzi, rafforzòil suo viscerale amore per la vita. Nel copione del suo spettacolo, l’allievo di Strehler riporta un aneddoto che la Blixen amava raccontare durante gli ultimi anni della sua esistenza:“Un vecchio mandarino cinese, durante l’infanzia dell’Imperatore, governòil paese in vece sua. Quando l’Imperatore raggiunse la maggiore età, il vecchio mandarino gli restituì l’anello che era servito da simbolo del suo vicariato e disse al giovane sovrano: “Su questo anello ho fatto incidere un’iscrizione che la graziosa Maestà vostra puòtrovare utile. Deve essere letta in tempi di pericolo, dubbio e sconfitta. Deve essere letta anche in tempi di conquista, trionfo e gloria”. L’iscrizione sull’anello diceva: “Anche questo passerà”.