“Come, le estetiste e le parrucchiere leggono i giornali?”. Questa la domanda retriva, sfacciata, ottusa rivolta ad alcune allieve dell’Istituto CIAS Formazione Professionale di Como da un edicolante, che solo in modo eufemistico si può definire maleducato, mentre compravano dei quotidiani da leggere in classe. Le studentesse, come si può ben capire, sono rimaste amareggiate da tanta arroganza e presunzione dimostrata da chi, ignorante davvero, dava dell’ignorante a loro. Tratto da L’ORDINE del 13/10/2010
Non si capisce perché nell’immaginario collettivo (si spera sempre più ridotto) chi si specializza o studia in istituti ad indirizzo professionale, chi avrà cioè in futuro da dimostrare le proprie capacità nel lavoro che svolgerà avvalendosi soprattutto della manualità, non possa avere allo stesso tempo vari interessi culturali, non possa far funzionare il cervello a trecentossesanta gradi. Spesso le scuole per estetiste e parrucchiere sono considerate aree dove “parcheggiare” per qualche anno ragazze (soprattutto) che non hanno dimostrato durante il percorso scolastico e formativo precedente particolare propensione allo studio. Lo stesso discorso vale del resto per gli istituti tecnici e professionali in genere, che secondo un’erronea opinione comune sarebbero scuole di serie B, adatte a chi vuole diplomarsi più o meno in fretta per abbandonare poi definitivamente i libri e mettersi a “produrre”. Le ore di frequenza sono invece tante e le materie impegnative come quelle dei licei classico e scientifico.Senza tener conto che la formazione di un individuo e quindi la necessità di studiare e arricchire la propria cultura, non si ferma tra i banchi di scuola, ma è un percorso che dovrebbe accompagnare tutta la vita. Questo vale indipendentemente da qualsiasi tipo di scuola si frequenti. E che diventano conoscenza, arricchimento culturale anche le esperienze e gli eventi particolari che viviamo e che danno senso alla nostra esistenza. Del resto, grandi esponenti della cultura hanno, in gioventù frequentato scuole ad indirizzo tecnico o professionale. Basti un nome: il poeta Eugenio Montale, uno dei maggiori esponenti della poesia italiana del ‘900.In particolare, chi si occupa di rendere più gradevole il nostro aspetto, mettere in risalto pregi e cercare di nascondere difetti, farci dunque sentire più sicuri e fare in modo di star bene con noi stessi e quindi con gli altri, realizzare insomma il detto latino, più che mai vero “mens sana in corpore sano”, non puòcerto non avere nozioni di psicologia, anatomia, storia dell’arte, storia della moda, per esempio. Perché solo esplorando vari ambiti della cultura trarrà ispirazione per la propria creatività e potrà svolgere al meglio la propria professione.Lo hanno dimostrato alcune allieve dell’Istituto sopra citato, decise a continuare gli studi dopo il quarto anno e dunque conseguire il diploma di maturità. Hanno seguito un corso estivo di cento ore durante il quale hanno recuperato le materie del triennio che nel loro corso di studi non erano previste, e sono state ammesse con ottimi voti al quinto anno dell’Istituto Carcano, indirizzo tessitura. Quattro di loro, Imen Jedda, Valeria Redaelli , Alessandra Stabile e Giulia Sala sosterranno , dopo la maturità, venti esami presso il CIAS stesso per poter conseguire un diploma che permetterà loro di insegnare ad aspiranti acconciatrici ed estetiste.Altre loro compagne, invece, dopo il quinto anno, frequenteranno l’Università, come Francesca Bellusci, che sogna di diventare giornalista, passione nata durante gli anni di scuola superiore passati ad imparare tecniche del massaggio, ma anche economia, matematica e istologia; Nicol Carlotta, che studierà Scienze dell’alimentazione per svolgere in futuro la professione di dietista, o Claudia Vetere che sarà fisioterapista perché “ho avuto problemi in famiglia e mi sono resa conto di quanto in quei momenti ci sia bisogno di qualcuno che ti stia vicino e ti segua con costanza durante il periodo della riabilitazione”.Tutte sono determinate a realizzare i propri sogni, studiare, laurearsi. In barba a chi considera che estetiste e parrucchiere non possano andare oltre la lettura di riviste “gossip” o che restino incollate per ore alla televisione per seguire la loro soap opera preferita .