Un “piccolo gioiello” della nostra città, come l’ha definita, peccando forse di modestia, il direttore, architetto Marco De Michelis. Tratto da L’ORDINE del 27/11/2010.
Una realtà ormai radicata sul nostro territorio e ricca di idee e iniziative per il futuro che mirano veramente a fare di Como, anche attraverso il “chilometro della conoscenza” , percorso “fisico e mentale” che si snoda tra Villa Olmo, Villa del Grumello e Villa Socota, una città promotrice di cultura non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale.Nata nel 1985 per volontà dell’imprenditore tessile comasco e collezionista di tessuti antichi Antonio Ratti con la finalità di promuovere “ ricerche e studi i interesse artistico, culturale e tecnologico nel campo della produzione tessile e dell’arte contemporanea”, la Fondazione Antonio Ratti rappresenta oggi un’eccellenza nel panorama culturale cittadino. E non solo, dato che le iniziative di questo “prezioso” ente morale, che dalla primavera scorsa ha la sua prestigiosa sede a Villa Socota, hanno ampiamente valicato i confini del territorio lariano. Due esempi , fra i molti nati sin dal 1995: la creazione dell’Antonio Ratti Textile Center al Metropolitan Museum of Art di New York, dove sono state catalogate tutte le collezioni tessili del Museo americano, e il Corso Superiore di Arti Visive ideato da Annie Ratti che seleziona, tra centinaia di candidati provenienti da ogni parte del mondo, venti giovani artisti le cui opere sono state ritenute meritevoli da una commissione scientifica . Questi giovani frequentano un corso gratuito di tre settimane durante le quali vengono tenute lezioni teoriche e conferenze di artisti e critici di diverse discipline e workshop quotidiani tenuti da Visiting Professor che sono tra i maggiori esponenti dell’arte contemporanea a livello mondiale, come Walid Raad e Hans Haacke. “La Fondazione ha una tradizione piuttosto rara in Italia nel campo delle arti visive. Il corso è una diventato una realtà da una parte nota a livello mondiale e dall’altra che ha avuto il ruolo nel promuovere eccellenze nel panorama dell’arte contemporanea nazionale” afferma l’architetto De Michelis. Molti dei più significativi giovani artisti italiani sono infatti usciti proprio da questo percorso formativo: Luca Trevisani, Alberto Tadiello, Alice Cattaneo, Marcella Vanzo. La maggior parte dei geniali allievi di questo Corso sono stati negli ultimi anni vincitori del prestigioso Premio Furla, nato dieci anni fa per rendere merito alle eccellenze italiane nel campo delle arti visive.Altra importante realtà ormai consolidate e che dà lustro alla Fondazione è il MuST, Museo Studio del Tessuto, che raccoglie più di 400.000 pezzi rari, provenienti da varie zone del mondo , tessuti copti e precolombiani, velluti rinascimentali, broccati del XVIII secolo e altri “gioielli” dell’arte della tessitura , nastri operati e libri campionario francesi e italiani dell’Ottocento e del Novecento. Un museo vivo, pulsante grazie al catalogo multimediale che raccoglie la maggior parte dei tessuti della collezione e che è un prezioso strumento a disposizione sia di studiosi, disegnatori professionali o studenti che vogliano approfondire la loro conoscenza o fare ricerca nel settore tessile. E poi conferenze e corsi, attività didattica, mostre e pubblicazioni che da quindici anni il MuST organizza.Tante sono anche le nuove iniziative per il futuro, miranti ad allargare l’attività della Fondazione: anzitutto, a dicembre, verrà messo in rete il nuovo sito web, creato dal gruppo di sperimentazione audiovisiva Invernomuto , fusione “poetica” del nome dei due artisti che lo hanno ideato. “Abbiamo voluto scegliere due addetti ai lavori e non degli specialisti di siti web, perché deve essere un sito adeguato allo stato dell’arte della rete” afferma De Michelis. “L’obiettivo è quello di offrire un sistema di informazione a livello mondiale per chi si occupa di arte e di tessuti. Avremo un archivio di tutti i testi, video, foto delle mostre e delle conferenze . E non escludiamo in futuro di produrre dei libri, selezionando il materiale a disposizione”. Non solo informazione, ma anche produzione di cultura, dunque.E poi “La Kunsthalle più bella del mondo”, un progetto di ricerca internazionale che si svolgerà tra il 2010 e il 2012 . Venticinque incontri pubblici che coinvolgeranno artisti, critici e storici dell’arte per riflettere e discutere sulle cangianti e varie modalità espressive dell’arte contemporanea, sui suoi possibili sviluppi, con particolare riguardo al panorama italiano. Il percorso che la Fonzaione sta intraprendendo si muove infatti in due direzioni: a livello internazionale, perché l’arte , la creatività la cultura hanno respiro universale, e a livello locale perché “il FAR è un pezzo di questo territorio” . Ecco dunque l’importanza di lavorare in collaborazione con la Camera di Commercio, con gli enti pubblici, il Comune la Provincia e la Regione. La biblioteca che il FAR aprirà a dicembre, ad esempio, rientra nel sistema bibliotecario comunale.Un territorio che, secondo De Michelis, dovrà allargarsi sino a Lugano , alla Brianza e a Milano , lavorando in sinergia con musei ed enti già attivi in campo artistico e culturale.“è uno grosso sforzo che stiamo facendo, ma credo che stia già dando i suoi frutti” sottolinea l’architetto.Uno stimolo per iniziare a riflettere seriamente sul tema della situazione dell’arte e della cultura non solo della nostra città, ma a livello internazionale sarà fornito dall’incontro di domani sera a Villa Socota, alle ore 18, dal titolo, “La Kunsthalle più bella del mondo”, durante il quale De Michelis dialogherà con Hans Ulrich Obrist uno dei più influenti protagonisti del panorama dell’arte contemporanea internazionale.