Summa ius, summa iniuria. La legge sulla “risoluzione forzosa del rapporto di lavoro” dei docenti con quarant’anni di contributi (leggi 133/2008 e 102/2009 ) rischia , applicata in modo acritico, di creare gravi ingiustizie. E’ quanto è successo al professor Bruno Magatti, che collabora con il Centro Volta , ed è stato docente di Fisica e Matematica e vicepreside al Liceo scientifico “Paolo Giovio” fino allo scorso anno scolastico. Tratto da L’ORDINE del 16/12/2010
Un insegnante stimato dai propri allievi, dai colleghi e dai genitori in virtù delle sue indiscutibili qualità nel campo dell’insegnamento di due discipline spesso poco amate dagli studenti italiani, come confermano le statistiche. Invece il “Prof.” Magatti ha sempre avuto la grande capacità di stimolare nei suoi ragazzi lo spirito di ricerca. Porsi in maniera critica di fronte ai problemi, e al di là di numeri e formule apparentemente aride e astratte , offrire una visione di insieme delle due scienze, interessare , ad esempio, ai nuovi , affascinanti orizzonti della fisica teorica , come la teoria delle stringhe, la gravità quantistica a loop, la teoria del tutto.è assurdo “costringere” a rinunciare al proprio lavoro un docente preparato sul piano didattico e in grado di comprendere insicurezze, incertezze, problemi che accompagnano la fase dell’adolescenza , un insegnante capace di rafforzare nei suoi studenti l’autostima. Qualità che dovrebbero caratterizzare tutti coloro che , si spera per scelta, si occupano della formazione dei nostri figli.Il professor Magatti, in virtù di queste qualità, meritava di rimanere in cattedra , indipendentemente dagli anni di servizio accumulati, da problemi relativi al ricambio generazionale degli insegnanti o riduzione degli organici . E’ lecito chiedersi che senso abbia, con le nuove aspettative di vita, costringere ad un riposo forzato chi è ancora pienamente in grado di lavorare e ha la competenza e la professionalità che si costruiscono negli anni trascorsi con i propri allievi. Ma, è noto, istruzione e ricerca sono da sempre soggette, per imperscrutabili ragioni politiche, a tagli di fondi.Tanti alunni dell’ex professore del liceo Giovio si sono iscritti, una volta conseguito il diploma di maturità, alla facoltà di fisica. L’amore per la disciplina che si insegna puòessere trasmesso ai propri studenti sino al punto da influenzare la scelta della futura professione, una scelta di vita.La scuola, al di là di leggi e leggine, numeri e statistiche, è fatta da persone, studenti, insegnanti , genitori. Ogni scuola ha il dovere di realizzare, o quantomeno cercare di farlo, gli obiettivi educativi e il successo formativo necessari a fare di tanti giovani persone in grado di affrontare con responsabilità la vita. Il sistema scolastico italiano tenta da anni di galleggiare tra leggi improbabili, corporativismi, burocrazia elefantiaca. Molti docenti lamentano questo stato di cose, che certo non facilita il loro compito, uno dei più difficili e coinvolgenti non solo sul piano professionale, ma anche e soprattutto su quello umano. Dunque, negare a chi crede nell’insegnamento, la possibilità di insegnare significa non credere nelle future generazioni e non avere fiducia nel futuro del nostro Paese.I giovani, gli ex allievi di Magatti, quelli che ancora stanno frequentando il liceo e che si sono visti negare il diritto alla continuità didattica, e coloro, e sono tanti, per i quali il ricordo del liceo è più o meno lontano , ma ben presenti hanno ancora le lezioni di fisica e matematica del loro “Prof.” , hanno deciso di dimostrargli la loro solidarietà e riconoscenza. Lo saluteranno, tutti insieme, venerdì 17, alle 11, proprio nella sede dell’Istituto nel quale Bruno Magatti ha prestato servizio per tanti anni. Sarà un saluto sincero , affettuoso, un augurio di “buona vita”, come loro stessi lo hanno definito.