E’ possibile, nella realtà odierna, comprendere il rapporto che si instaura tra cultura e sistema socio finanziario? Ne parleranno gli illustri relatori invitati al quinto appuntamento del ciclo biennale di conferenze intitolato “La Kunsthalle più bella del mondo”, organizzate dalla Fondazione Antonio Ratti e dalla Camera di Commercio nell’ambito del Laboratorio Como 2010. Tratto da L’ORDINE del 12/01/2011.
Un progetto davvero interessante per la nostra città , finalizzato a dare respiro mondiale al panorama culturale lariano, attraverso l’analisi e il dibattito sui rapporti che intercorrono tra crescita economica, sviluppo urbano, cultura e innovazione . Una attenta valutazione, dunque, su quale potrebbe essere il ruolo della nostra città e del suo territorio alla luce delle problematiche più attuali che investono il mondo politico, economico e culturale. Eventi aperti a tutte le persone che credono nel futuro di Como e sono pronti a costruirlo in prima persona, nonostante la desolante sfiducia che chi ci amministra ha contribuito a radicare da tempo in coloro che in questa città trascorrono gran parte della propria vita.L’ incontro, intitolato “Nero su Bianco: note per un’ecologia del rapporto tra arti, cultura e società” si terrà mercoledì 12 alle ore 18 a Villa Sucota, sede del FAR. Introdurranno e coordineranno il dibattito Stefano Baia Curioni e Luca Martinazzoli, docenti all’Università Bocconi di Milano ; interverrrano i professori Pierluigi Sacco e Alberto Abruzzese che insegnano allo IULM di Milano e Angela Vattese, docente allo IULM di Venezia. Non sarà solo un “dibattito teorico sul binomio arte -economia”, come gli stessi organizzatori tengono a specificare. Sarà anche e soprattutto un’occasione per individuare e mettere a fuoco alcune “verità di fatto”, certezze che caratterizzano l’odierna realtà economica dell’arte. E non a caso la locuzione sopra citata è presa in prestito dall’opera “Verità e politica” della filosofa di origine ebraica Hanna Arendt : sono proprio le “verità di fatto” a cui ci si deve riferire quando è in gioco il difficile rapporto tra l’ambito della politica e la ricerca del vero. “La menzogna ci è familiare fin dagli albori della storia scritta. L’abitudine a dire la verità non è mai stata annoverata fra le virtù politiche e le bugie sono sempre state considerate giustificabili negli affari politici” scrive Arendt. La visione realistica del mondo determina la fiducia che questa grande pensatrice ha nell’agire, nella libertà di azione di ogni essere umano, massima espressione della propria dignità, modo di dare senso all’esistenza e combattere il conformismo imperante . L’ambito politico necessita di spirito di iniziativa e tutela della stabilità, che negli eventi umani possono essere garantiti solo dalla verità. Ecco dunque che le “verità di fatto” sono fondamentali per poter eliminare luoghi comuni e giudizi errati che spesso rendono poco comprensibili ai non addetti ai lavori le relazioni che intercorrono tra arte e cultura in generale e la realtà sociale, politica e economica; costituiscono il punto di partenza per poter ordinare e rendere riconoscibili e credibili questo complesso sistema di relazioni.E sarebbe probabilmente un modo di prendere coscienza, da parte di noi cittadini e di chi ci rappresenta a livello locale, che “Il brutto e il bello di questa città è il completo disinteresse del prima e del dopo”, come giustamente ha fatto notare Beppe Pisani in un articolo pubblicato domenica sulle pagine del quotidiano che mi ospita. Ed è anche partecipando ad eventi come questo promosso dal FAR , attraverso il confronto e il dibattito con esperti , che possono sorgere nuove idee, nascere iniziative che coinvolgano tutti noi, in prima persona, a lavorare per far sì che la nostra città non sia più considerata “la bella addormentata sul Lario”.