Il premio Antonio Fogazzaro è ormai un appuntamento letterario radicato sul territorio lariano. Quest’anno compie un lustro e i semi gettati cinque anni fa hanno prodotto una pianta forte e sana, che ogni hanno offre frutti sempre più abbondanti.
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Il premio Antonio Fogazzaro è ormai un
appuntamento letterario radicato sul territorio lariano. Quest’anno compie un
lustro e i semi gettati cinque anni fa hanno prodotto una pianta forte e sana,
che ogni hanno offre frutti sempre più abbondanti.
Ho l’onore di far parte della giuria del
premio di poesia e con grande
soddisfazione posso affermare che il livello del premio è alto, dato che i
libri pervenuti lo scorso anno erano pubblicati da case editrici importanti,
Mondadori, per esempio e anche da piccole, ma non certo meno prestigiose, case editrici impegnate
nella divulgazione di questo genere erroneamente considerato “di nicchia”, come
(ma gli esempi sono diversi) Lietocolle, Book, Le Voci della Luna.
I concorsi banditi quest’anno sono tre, ai
quali è possibile partecipare consultando il sito www.premioantoniofogazzaro.it,
o inviando una mail a info@premioantoniofogazzaro.it. Oltre a quello già citato, una sezione è
dedicata alla fiaba e al racconto rivolto ai giovanissimi: “Racconta il tuo
mondo immaginario” è il tema della fiaba che i più piccoli, dai tre ai cinque
anni, dovranno “illustrare” anche con
l’aiuto delle insegnanti di scuola materna; lo stesso tema sarà invece oggetto
di un racconto da parte di bambini e adolescenti dai sei ai tredici anni,
mentre gli aspiranti romanzieri delle superiori dovranno raccontare il loro
mondo sognato.
Realtà e fantasia sono prive di un confine
netto durante l’infanzia e la preadolescenza: si fondono l’una nell’altra in
una sola dimensione magica e atemporale.
Illustrare una fiaba, un racconto,
raccontarsi attraverso immagini è per il
bambino un modo di affrontare paure e angosce, di fissare nel disegno e nel
colore anche i propri desideri, il bisogno di amore e affetto da parte degli
adulti.
Per gli adolescenti il mondo sognato è fatto
di illusioni, sentimenti forti, ideali che solo durante “l’età incerta” sono
vissuti in modo così intenso e a volte doloroso. L’adolescenza non ammette il
grigiore dei compromessi, si muove obliqua tra il buio e la luce alla ricerca
di una propria identità. Il mondo sognato è quello della proiezione del loro io
in un futuro in cui saranno adulti. Ma gli adulti, spesso, non offrono esempi
confortanti, modelli a cui riferirsi. La realtà in cui vivono i giovani è il
più delle volte a nostra misura, pensata, programmata in base a ciòche noi
adulti riteniamo sia meglio per loro, spesso senza tener conto di come invece
loro vorrebbero che fosse. Gli adulti hanno perso lo stupore nei confronti
della vita, vivono spesso in un limbo di desolata sfiducia nelle cose. Non riescono a trasmettere la vitalità della
speranza, la possibilità del cambiamento. Ecco che narrare attraverso immagini o parole un
mondo ideale, sognato e dunque desiderato, diventa documentare il proprio
sentire, testimoniare la propria presenza e volontà di esserci anche per
confrontarsi con gli adulti, troppo spesso
soffocati da un ritmo di vita che non concede spazio all’ascolto, al dialogo e
troppo spesso inclini a compensare il vuoto d’affetto nei confronti dei giovani
con inutili beni materiali.
Il Premio Antonio Fogazzaro, aldilà del
valore letterario e culturale, ha a mio avviso un’importanza rilevante nel far
conoscere, proponendo ogni anno un tema diverso, chi sono i nostri bambini e
adolescenti, di quali sentimenti,
passioni, fantasie, sogni si nutrono i loro animi. In che direzione viaggiano i
loro cuori.