Sabato 14 aprile a Como, nella splendida cornice di Villa del Grumello, si terrà la seconda edizione del Festival di poesia “Europa in versi. La cura della poesia”, organizzata da La Casa della Poesia di Como con il patrocinio e il contributo di vari enti pubblici e privati.
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Sabato 14 aprile a Como, nella splendida cornice
di Villa del Grumello, si terrà la seconda edizione del Festival di poesia
“Europa in versi. La cura della poesia”, organizzata da La Casa della Poesia di
Como con il patrocinio e il contributo di vari enti pubblici e privati.
Il titolo già evidenzia il significato che si è
voluto dare a questo evento: la poesia come terapia non solo perché offre
momenti intensi di astrazione e fuga da una realtà che spesso avvertiamo
ostile, ma anche la possibilità di “liberare
dalla contingenza dei nostri problemi l’universalità in essi contenuta”, come
scrive Marco Venturino, direttore di Anestesia e Terapia Intensiva all’Istituto
Europeo di Oncologia di Milano. La letteratura e in particolare la poesia è
cura efficace contro il dolore e se non lo elimina offre peròla possibilità di
rielaborarlo e renderlo quindi affrontabile.
Si è voluto sottolineare
il profondo valore umano della poesia, che va ben oltre
l’aspetto puramente culturale. E a testimoniare questo valore saranno durante
la giornata medici, psicologi, poeti impegnati nelle Medical Humanities: il
professor Graziano Martignoni psichiatra e psicoanalista,
responsabile dell’Osservatorio per le Medical Humanities della Scuola
Universitaria professionale della Svizzera Italiana e vice direttore della Rivista per le Medical
Humanities dell’Ente Ospedaliero cantonale del Canton Ticino, il professor
Gianpaolo Donzelli, neonatologo dell’Ospedale Meyer di Firenze, la dottoressa
Patrizia Trimboli, psicologa e counselor ad orientamento clinico, il professor
Mario Guidotti, primario di neurologia dell’Ospedale Valduce di Como. Che cosa
sono, dunque le Medical Humanities?
Si tratta di un insieme di discipline
che pongono
la medicina in un’ottica diversa da quella oggi dominante dove scienza e
tecnologia prevalgono ma certo non esauriscono
il rapporto che si instaura tra medico e paziente, così delicato e
complesso.
“Il dolore è eterno,/ha una voce e non varia” recita un verso indimenticabile di
Umberto Saba.
Ecco
dunque l’importanza delle scienze umane e delle discipline umanistiche,
indispensabili nell’etica della cura: non solo curare, ma “prendersi cura”
della persona; integrare la conoscenza scientifica del corpo con
la conoscenza “umanistica” delle esperienze del malato, della propria storia
personale. Ciòsignifica considerare la
salute non solo un benessere fisico ma
anche una condizione psicologica e sociale. Saper comprendere per rispondere in modo adeguato
a quella voce unica che “non varia”, “pensare in un’altra luce”, parafrasando
una significativa espressione della filosofa spagnola María Zambrano.
Restituire alla poesia ( come alla letteratura e all’arte in generale) il suo
valore intrinseco, chiave di lettura della realtà , riscoperta del pensiero
simbolico-mitologico-magico tanto importante quanto quello empirico-tecnico-razionale
.
Tanti saranno quest’anno i poeti che partecipano al
Festival:
l’area di provenienza degli stranieri è il sud dell’Europa e il nord
Africa, paesi dove la poesia è viva. Ascolteremo dunque la voce del portoghese
Gastão Cruz, che sintetizza in una frase il suo continuo lavoro, la sua
incessante ricerca “dentro” il linguaggio :”senza le parole giuste non ci
sono emozioni in poesia” ; apprezzeremo l’intensità e la bellezza dei versi del
giovane spagnolo Juan Carlos Reche; la poesia del francese Alain Veinstein,
limpida e asciutta nel suo minimalismo, lontana da ogni pronuncia lirica o
oratoria; l’intensità delle poesie d’amore della marocchina Fatiha Morchid nei
cui versi, com’è stato scritto dalla critica “potremmo riconoscere una di noi, una poetessa occidentale
con le stesse preoccupazioni e lo stesso desiderio di cantare. E ci renderemmo
conto che le nostre canzoni e le loro hanno le stesse radici”.
Tra gli italiani, tanti i nomi di spicco: Milo De Angelis,
Bianca Maria Frabotta, Maurizio Cucchi, Antonio Riccardi . E poi poeti che
vivono e scrivono sul nostro territorio, terra di confine tra Italia e
Svizzera: Giorgio Prestinoni, Fabiano Alborghetti, Pietro Berra, Wolfango Testoni
e il poeta dialettale Basilio Luoni. A chiudere “in bellezza” (in senso
metaforico e reale) il Festival, durante il quale ascolteremo anche un concerto degli allievi del
Conservatorio “G. Verdi” di Como, saranno due giovani e brave poetesse : Lucrezia Lerro e Carla Saracino.
Per gli aspiranti poeti sarà allestita anche una “bottega di poesia”,
iniziativa cha già lo scorso anno ha riscosso un grande successo: il poeta
Mario Santagostini offrirà un parere critico a chi vorrà far leggere i propri
versi.
Confidiamo anche quest’anno di offrire
una giornata in cui tutti coloro che parteciperanno possano “abitare” il
linguaggio della poesia e scoprire anche il suo potere terapeutico in un luogo
che è correlativo oggettivo della
bellezza.
(Per informazioni: www.lacasadellapoesiadicomo.it ; tel
+ 39 342 1722962