Cari adulti, liberatevi dai pregiudizi, il concorso indetto dal Liceo Volta mostra che i ragazzi non sono affatto superficiali e succubi di un pc. Leggere per credere.
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Mi capita spesso di trovarmi a far parte delle
giurie di premi letterari anche nelle
sezioni dedicate ai giovani . E ogni volta rimango stupita dalla profondità di
pensiero, dalla capacità di saper guardare dentro se stessi senza paure o falsi
pudori, di leggere e interpretare la realtà con
semplicità e al contempo lucidità
dei nostri adolescenti. Altro che generazione di smidollati superficiali,
capaci solo di interagire con lo schermo del computer! I nostri adolescenti
hanno capacità logiche molto più sviluppate di quanto noi le avessimo alla loro
età. Sono più brillanti, più spigliati, più “ intelligenti”, capiscono al volo
concetti e sanno come affrontare e risolvere problemi. Forse proprio grazie
alla grande rivoluzione culturale e globale che inevitabilmente l’ informatica ha scatenato sono davvero più
“svegli” delle generazioni precedenti.
E non è vero che i ragazzi di
oggi non sanno parlare , non sanno scrivere e tutte le falsità che spesso si
leggono su quotidiani e riviste che sono ormai diventate un triste stereotipo
con cui vengono superficialmente etichettate le nuove generazioni. Ma gli
adulti sanno chi sono veramente i giovani? Hanno voglia, tempo e soprattutto
coraggio di ascoltarli? Una parte non
certo esigua tra i teenager è in grado di esprimere i propri sentimenti e le
proprie idee con chiarezza e spesso hanno degli adulti un giudizio che non fa
certo loro onore.
E per quanto riguarda il futuro della narrativa
e della poesia è necessario guardare a loro con attenzione. Ne sono sempre più
convinta. Anche nella nostra città e sul nostro territorio ci sono giovani e giovanissimi scrittori e poeti che,
perché no, potrebbero in futuro essere coloro che terranno alto il nome della
narrativa e della poesia italiane. Per scoprirli e incoraggiarli nella
meravigliosa avventura della vita che è l’amore per la scrittura (e aggiungo,
perché le due attività sono inscindibili, per la lettura) sono importanti i concorsi letterari come quello indetto dal Liceo Classico “A.
Volta”, e intitolato quest’anno “Un
vecchio e un bambino si preser per mano”, da una famosa canzone di Francesco
Guccini. Guarda caso proprio sul
rapporto tra le vecchie e le nuove generazioni. Il concorso è riservato alle
scuole secondarie di primo grado della Provincia e quest’anno è alla sua seconda felice
edizione. Hanno partecipato tantissimi
studenti, tra cui molti comaschi. Le
prose e le poesie premiate non possono non costringerci a riflettere su quanto
poco realistici siano i toni allarmistici con i quali descriviamo in
particolare gli adolescenti. Non voglio dilungarmi:
credo che siano i testi dei ragazzi a parlare e a farci pensare. Purtroppo, per
ragioni di spazio, non posso trascrivere integralmente gli elaborati. Ma credo
che bastino alcuni esempi significativi. Ecco come chiude il suo testo, Giovanni
Romanò, terza media che si è aggiudicato il primo premio per la prosa. Due
cartelle dattiloscritte in cui ha saputo
mettere a fuoco, con un linguaggio sintetico e al contempo fortemente
espressivo, problemi, turbamenti, incertezze,
speranze che accompagnano ogni adolescente : “Ma come mi sento io
veramente? Certamente un po’ irrequieto, mi costa sempre più fatica ascoltare
silente le lezioni che i “grandi” mi impartiscono regolarmente. Ogni tanto
vorrei rispondere: adesso basta, voglio discutere, capire, non solo ubbidire.
(…) Da qualche tempo ho scoperto il piacere di stare con gli amici, di capirsi
senza parlare e parlare senza dirsi nulla, di condividere momenti solo nostri,
perdendo la dimensione del tempo, mentre i grandi ci criticano perché secondo
loro siamo come persi nello spazio”.
Ma anche un giudizio fortemente critico nei
confronti degli adulti : “ (…) A proposito mi chiedo se riusciròmai a
comprendere perché i “grandi”, a loro dire maestri di razionalità, maturità e
giudizio, si comportino come bambini quando si tratta di relazioni amorose,
argomento quasi ossessivamente ricorrente in canzoni e libri, per non parlare
di programmi televisivi e giornali”.
E bastano poche righe tratte dal
saggio breve scritto da Fiammetta Grieco, seconda classificata, per capire come
questa ragazzina che l’anno prossimo frequenterà la scuola superiore, non abbia
nulla da invidiare ad uno scrittore con la “s” maiuscola: “(…) Anche la mano
del vecchio, con le sue rughe, i calli, le asperità, rivela la sua storia,
piena di difficoltà, decisioni da prendere e scelte da fare. E’ come una
pergamena antica e preziosa: ogni solco custodisce migliaia di parole, segreti,
gioie, sofferenze. (…)Il dialogo e la condivisone dei trascorsi vissuti crea un
ponte tra il vecchio e il bambino e determina momenti ricchi di senso per il
primo e di crescita per il secondo”.
E ricca di sentimenti delicati e
di parole commoventi e la “prosa poetica” di Federica Rasile, terza media, che evoca il ricordo della nonna conquistando
un meritato terzo premio. “(…)Grazie nonna per tutti i momenti in cui ci sei
stata. Anche se oggi non posso più stringerti la mano lo faccio con il
pensiero, perché so bene che tu continui a tenermela”.
Ma se la prosa di questi giovanissimi
scrittori potrebbe far arrossire tanti
pseudo narratori di oggi, che scrivono cose da leggere distrattamente e
subito dimenticare, consumare in fretta come vuole la logica del mercato
editoriale, anche la poesia è
egregiamente rappresentata al concorso nei versi di Eleonora Dossena, prima
classificata: : “In quegli interminabili momenti, i miei occhi svelti d’un
volto fresco e i/tuoi occhi stanchi d’un volto rugoso, osservavano le fiamme
ardere./In quel silenzio si udiva solo il suono del tuo stanco respiro, il
mondo di/fuori era troppo lontano”.
Giovanna Mentasti frequenta la prima media ed è già capace di scrivere versi belli e
profondi come questi, tanto da meritarsi il secondo premio: “Per me non sei un
vecchio,/ma una persona che ha saputo vivere./Davanti alle difficoltà non ti
sei mai arreso,/davanti alla prepotenza non ti sei nascosto,/davanti al tempo
non ti sei fermato./Ora tu stai facendomi capire queste cose,/strette nel palmo
di una mano”.
E per finire, la musicalità,
l’armonia e le immagini forti che evocano le parole poetiche di Martina Toppi,
futura allieva del liceo classico: “All’ombra
di un sole quasi sbiadito,/colante d’inchiostro/tra steli d’erba e
indomiti,/passato e futuro,/un’unica progenie dell’essere umano,/diedero vita a un nuovo presente/e disegnati sorridenti
sul grigio uggioso/ di un cielo assente,/un vecchio e un bambino/si preser per
mano”.
Cari adulti, non ci resta che
leggerli, questi giovani, e meditare.(Tratto da L’Ordine di mercoledì 9 maggio 2012)