Pubblichiamo la recensione del Professor Vincenzo Guarracino alla plaquette “Correnti ascensionali”: una lettura del testo profonda e di indubbia competenza critica.
Una
poesia scritta da una donna ma poco assimilabile a quell’area che in maniera
sbrigativa e ingiusta si definisce “femminile”, questa raccolta Correnti ascensionali (CFR, Piateda, So,
2014). Certo, è una poesia che ancora mette in evidenza il “cuore” parlando del
vissuto di un io con le sue “fratture scomposte”, la “sbavatura del dolore”, entro
la “prigione” dell’”abitudine” e della
quotidianità: poesia esistenziale, come forse è più tipico delle donne, poesia
del corpo che rimanda a certi archetipi illustri della poesia novecentesca al
femminile.
Ma
forse ha anche qualcosa in più, di cui ho già avuto modo di parlare e che si
evidenzia anche qui in questa piccola raccolta corredata dai “gioielli”
dell’artista Daniela Gatti: c’è un’attenzione a un sistema quale quello della
Natura che non ha bisogno di distinzione di generi. Sulla scena di un mondo
regolato da leggi rigorose, ciòche trova spazio e chiede conseguentemente
ascolto è il male stesso del mondo, il male nell’ordine, incurante e ignorante
della “direzione” verso cui “viaggia il cuore”: il vissuto è “alga secca”
(“gheriglio”, per restare a un’immagine efficace di una raccolta precedente),
“segno opaco di morte”, resto insomma di una vitalità che ancora resiste e
chiede ospitalità nel nostro immaginario.
Vincenzo
Guarracino