Pubblichiamo una bella recensione del poeta e critico Giuseppe Napolitano a La Simmetria del Gheriglio
Laura Garavaglia, La simmetria del gheriglio, Stampa2009
Cinquanta
brevi intense folgoranti dichiarazioni d’amore all’essere, al sentirsi, al
divenire: in un libro elegante nella veste e nello stile, costruito come un unicum frammentario ma pure compatto, in
un corpus di piena consapevolezza
tematica. “Misuro la mia imperfezione” scrive Laura Garavaglia – e si percepisce
subito quanto sia scopertamente falsa (e fatalmente fuorviante) la sua
determinazione di autoriconoscimento: il poeta sa quanto vale, sa che vale e
deve darsi per quel valore che ha. Laura Garavaglia ha di sé piena
consapevolezza e si misura quindi
soltanto per potersi offrire al meglio, nell’esprimere una dimensione di sé che
possa essere partecipata. Perciò, anche se avverte il rischio di incontrare (e
chissà quanto leopardianamente) un “infinito maggiore / di questo che io sento
mio”, non per questo si arrende o
smette di cercare, di cercarsi nelle geometrie che La simmetria del gheriglio le suggerisce. Specie quando si rende
conto che le stanno rubando “l’avvenire dei giorni” mentre getta “nel cestino /
sogni e desideri”. è lei che deve fare attenzione, procedere con cautela a
calcolare tempi e modi dell’esistere. Sciabolate di verità (dolorose) che
squarciano l’indifferenza dei giorni, nel farsi polvere di atomi sui nostri
passi.
La simmetria del
gheriglio
era già stato pubblicato nella stessa collana delle edizioni “stampa2009”
nella quale appare ora con la traduzione in inglese di Barbara Ferri e in
rumeno di Mario Castro Navarrete. è un ulteriore passo sulla via del
riconoscimento oltre il sé che è già stato misurato e puòmisurarsi con altri
strumenti di riconoscimento: le altre lingue consentono incontri nuovi, mettono
insieme altre geometrie, costruiscono altre simmetrie. L’autrice, che è
un’attenta operatrice culturale abituata al circuito dei convegni
internazionali, sa quanto sia importante – vitale – proporsi attraverso la voce
di un traduttore. L’apparente semplicità dei testi non inganna: si avverte il
filtro che – spontaneo o laborioso che sia – non consente ai detriti del
pensiero di ostacolare il flusso delle immagini più vive e convincenti,
necessarie alla costruzione di una figura elementare da rappresentare – da
opporre “alla infinita vanità del tutto”. Nella poesia di Laura Garavaglia,
essenziale e penetrante, la forza è l’uso di un verso che è tale pur piegandosi
a flussi discorsivi, pur obbedendo all’interiore necessità di farsi altro da
sé, e dirsi dicendo quel che va detto, a chi abbia orecchie per intendere.
Giuseppe Napolitano – la stanza del poeta