Ecco la motivazione della giuria del Premio Roberto Farina a firma di Eugenio Nastasi assegnato al mio libro di poesie Numeri e stelle, ed. Ulivo, 2015.
Laura Garavaglia,
Numeri e stelle,
Edizioni Ulivo, aprile 2016
“La
nuova alleanza tra scienza e umanesimo, preconizzata negli scorsi decenni da
Prigogine, non appare più una mera, per quanto generosa, ipotesi di lavoro.”
scrive Gilberto Isella nella prefazione allo stimolante quanto esiguo libro di
Laura Garavaglia, “Numeri e stelle”. E se l’assunto dello scienziato russo, che
Isella cita, non fa una piega, non è facile spendere congetture nella relazione
arte e scienza e, in particolare, tra scienza e poesia. Lavorando con sottile
capacità intuitiva, la nostra Autrice, pur non addentrandosi nel vivo di volata
delle teorie e ricerche degli autori che caratterizza poeticamente, si fa
latrice di una affascinante sfida: in ogni relazione i singoli soggetti interessati,
in qualche modo trascendono sé stessi, per dar vita ad un terzo aspetto che è
una novità nel campo del reale, si tratta di una verità “altra” che scaturisce
come sintesi da una relazione di scambio. Novalis già affermava che le scienze
devono essere poetizzate. Laura Garavaglia assimilandone lo spirito,
stigmatizza coi suoi versi come gli scienziati da lei messi in fila, a partire
da Pitagora, abbiano puntato a ricerche fondate su nuovi paradigmi scaturenti
da una sorta di principio di indeterminazione tra senso della intuizione
scientifica e parola, senza tralasciare la musica e il tratto distintivo del
colore.
In
ognuna delle dodici poesie di Numeri e
stelle, coi suoi versi studiati e di senso preciso, ma anche rispettosi
della “fragilità” umana, Ella dimostra come la poesia possa aprire,
liberamente, altri sensi, nuovi significati navigando nelle “nuvole delle
probabilità” scientifiche, avvicinando il lettore alla bellezza delle cifre
matematiche o delle astrazioni fisiche, come nel caso delle intuizioni di
Fibonacci o di quel Riemann la cui ipotesi sui numeri primi costituisce il problema dei problemi irrisolti in matematica
o ricordandoci il caso dello sfortunato Alan Turing, l’inventore delle macchine per la mente, magari scrivendo versi indimenticabili come
questi di pag. 26 “…E sulla retta magica tra zeri e infiniti/scrivevi l’armonia
della natura” o questi altri a pag.30: “Il delirio dei numeri era l’abisso
della libertà”.
Eugenio Nastasi